BRIDGE CITY SINNERS – Annunciano il nuovo album col singolo “Pick Your Poison”

Portland, Oregon. Dark folk? Jazz d’anteguerra? Murderfolk? Folk punk? Blackgrass? Azzeccare il genere dei Bridge City Sinners è sempre stato difficile, ma il titolo del loro prossimo album lo riassume in due parole: “Unholy Hymns”. Con una formazione che vede banjo, violino, contrabbasso, banjolele e chitarra, questa band porta la musica acustica in una nuova direzione, molto più oscura. L’album sarà pubblicato il 13 agosto su Flail Records e SBÄM Records, con il primo singolo, “Pick Your Poison”,  appena uscito:

Dalle nebbiose colline coperte di pini del nord-ovest del Pacifico arrivano i Bridge City Sinners, che uniscono i punti tra il jazz dell’era del proibizionismo al death folk degli Appalachi. Questa tradizionale string band reinventa il significato della parola “genere”, suonando in festival come Punk Rock Bowling, Muddy Roots e il Bluegrass String Summit in Oregon. Hanno iniziato il loro viaggio suonando sui marciapiedi di tutti gli Stati Uniti, e ora questo super gruppo di musicisti è nel circuito dei migliori tour del Paese. I Sinners rimangono fedeli alla mentalità DIY, pubblicando i loro album sulla loro etichetta discografica auto-fondata, Flail Records.

BRIDGE CITY SINNERS - Annunciano il nuovo album col singolo "Pick Your Poison"

La band, che ruotat intorno all’icona Libby Lux, la quale è diventata un vero e proprio fenomeno hype su internet, sta già graffiando le classifiche di Billboard negli Stati Uniti e qui in Europa sono già stati in tour con band come Days N Daze.

Il nuovo album “Unholy Hymns” si divide in due metà dal suono nettamente diverso tra loro.La prima metà di Unholy Hymns, “Book l”, si basa pesantemente sulle loro solite radici folk e jazz oscure ma giocose, mentre a livello lirico riesce ad includere temi complessi di dipendenza e problemi di salute mentale.

La seconda metà dell’album, “Book ll”, si adagia molto più profondamente nell’oscurità. Questo breve concept album all’interno di un album è un’epopea di terrore e dolore, pieno di arrangiamenti orchestrali e tremende grida di disperazione.

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