Che dire di questo nuovo album dei Bent Life? Suona bene, gira bene, ben strutturato e con una produzione eccellente. La band di Omaha, Nebraska, spara 10 pezzi di puro Hardcore, imbellettato di stacchi mid tempo e break down messi al punto giusto, sprazzi di newyork hardcore qua e là, un buona dose di metal, incazzati al punto giusto. Perché allora non ne sono così entusiasta? Perché non c’è nulla di migliorativo rispetto al precedente ep Cheat Death del 2015 e nulla di meglio rispetto all’ultimo LP Full Skull del 2013. I Bent Life rimangono la, sfornando dieci pezzi un po’ scontati, con idee un po’ datate e soluzioni che, talvolta, lasciano l’amaro in bocca (l’assolino finale in War) e sono al limite dello stucchevole (l’arpeggio “black album” con assolo della title track finale con tanto di stacco finale copia incollato dai Pantera). Ed è un peccato enorme, perché la band c’è, se ne sente la forza e la condivisione di intenti. La situazione non è così grave da ritenere questo album un passo falso per Bridge Nine e per la band ma sicuramente non è l’album che fa gridare al miracolo o che darà la svolta alla carriera degli americani. Da rivedere. (6.5/10) [MF]
Never Asked for Heaven (2016 – Bridge Nine)