THUNDER RISING – Forza della natura

Un progetto interessante quello dei Thunder Rising, band che ha come compito principale diffondere il verbo dell’hard-rock attraverso canzoni che riportano in auge gli anni ’80 e i nomi noti di quella scena. Ne abbiamo parlato con il chitarrista Frank Caruso.

THUNDER RISING - Forza della natura

Il Progetto Thunder Rising prende vita nel 2012, arrivando a mio modo di vedere oggi al culmine in termini di espressione artistica. Quali sono stati i momenti chiave in questi dodici anni di attività e quale invece l’apice e il momento più basso a vostro avviso?
Grazie infinite per le tue parole, è stato e sarà un viaggio sempre alla scoperta di nuove avvenute e come tutte le esperienze di vita e artistica, costellato di alti e bassi. È sempre complesso identificare il momento più alto, perché quello che al momento può sembrare il top, come la collaborazione con il grandissimo Mark Boals, può apparire come il punto più alto che puoi raggiungere in quel momento! Poi ti rendi conto che quello è il momento più alto per le aspettative che avevi nel cuore e nella mente, ma strada facendo raggiungi dei traguardi compositivi più alti, o dei contesti editoriali e di produzione che ti danno ancor maggio spazio espressivo, e allora quello che era il punto più alto diventa improvvisamente il penultimo… In 30 anni di attività artistica ho imparato che non esiste un punto più alto e uno più basso, si può ripartire se si sono commessi degli errori e soprattutto si può sempre fare di meglio, motivo per cui per me non esiste mai un traguardo, ama sempre e solo un nuovo obiettivo da raggiungere.

Come spiegato da voi stessi, il vostro ultimo EP “Sound Of Loneliness” vuole porre in evidenza quella scena hard-rock/AOR anni ’80 che oggi sembra essersi forse smarrita (eccezion fatta per i soliti nomi noti della scena). Come è nato questo nuovo lavoro e come si è svolta la fase di songwriting?
Eravamo in uscita dal Lockdown, una cena di Natale per fare il punto della situazione su “Back To The Time of Rock”, ed essere felici dei risultati raggiunti, pubblicazione in Giappone con seguente sold-out delle copie fisiche, le nostre canzoni in una fiction Italiana… Tutto molto bene insomma e brindando ci siamo detti… e adesso?! Non vorremo fermarci qui vero? Il dopo è evidenza di tutti…

L’Italia è da sempre un Paese molto attento per quel che riguarda queste tipologie di sound. Potremmo parlare di una scena vera e propria a vostro avviso?
Bravo, e sinceramente credo di sì. L’Italia è il paese che ha esportato una tipologia di Prog nella metà dei ’70, e parlo di PFM, del Banco, è il Paese che ospita alcuni fra gli editori più importanti d’Europa e non dimentichiamo che oltre agli artisti, la storia del repertorio musicali la fanno gli editori (da Ricordi a Mondadori), e cosi come RTI/Mediaset ha creduto in noi, ci sono altri editori anche di nicchia che coltivano generi più piccoli, ma che si tramandano, e nel tempo faranno la storia di un Paese. Questa è l’Italia patria di artisti e poeti. Che purtroppo si racconta male, spesso non narra bene di sé stessa, e rischia di cullare grandi eccellenze, ma senza farle conoscere al mondo.

Tornando a “Sound Of Loneliness”, il singolo principale è “Dreaming Song To You”, forse il brano più “soft” dell’intero lotto. A cosa dobbiamo questa scelta e come descrivereste il brano a un potenziale ascoltatore?
La scelta del singolo, ci tengo a raccontarlo, fu origine di una “diatriba” interna. Per una parte della band era troppo soft come dici e non rappresentava appieno il genere, per l’altra metà invece era il giusto contrappeso e poteva raccontare quella parte più melodica e narrativa della band. Alla fine i numeri hanno dato ragione a questa seconda ipotesi, con oltre 600 mila visualizzazioni del video, un grande successo sulle piattaforme di streaming, come a dire che il rock melodico vive e fa ancora pulsare il cuore… È un brano che racconta di sentimenti, cantando idealmente dentro sé stessi, come quando passeggi o vai in moto, e stai raccontando a te stesso quello che ti succede, e come vorresti che le cose si svolgessero in un tuo futuro ideale… E forse per questo “sogno” ha raccolto l’attenzione anche di un pubblico non esclusivamente rock.

Ogni brano ha un suo concept lirico ben preciso, quali sono i temi portanti del nuovo lavoro e c’è un artista in particolare che ispira il vostro modo di scrivere testi?
Le narrazioni sono sempre un viaggio interiore, e a differenza dei riferimenti musicali dove le ispirazioni sono dichiaratamente più evidenti, non abbiamo precisi riferimenti stilistici in senso lirico. È certa una nostra attitudine a raccontare la parte interiore di noi stessi, o di chi potenzialmente ci sta ascoltando, cercando di coglierne ansie e aspirazioni

Altro aspetto interessante è la cura posta in sede di mix/produzione, con suoni cristallini e la cui potenza viene espressa ai massimi livelli. Raccontateci la vostra esperienza in studio!
Grazie davvero, beh questa è credo la parte predominante del nostro percorso. La nostra idea è proprio quella di rivivere il songwriting degli anni ’70 ’80 ma con tecnologie si originale negli strumenti, dagli Hammond alle chitarre e amplificatori, ma registrate e prodotte con strumenti di ultimissima generazione, e con una post produzione che miscela il top della tecnologia analogica con quella digitale. È un percorso continuo che grazie alla mia esperienza televisiva in questo ultimi 20 anni si è arricchita di competenze e strumenti, e non ultima la mia attività di divulgatore per Ik Multimedia e Ibanez, che mi consente di testare prodotti non ancora in commercio ed interfacciarmi con i produttori per poterne migliorare aspetti tecnici e di performance, un percorso di continua crescita, che personalmente vivo come una stella polare della nostra musica, il suono prima di tutto!

Il vostro progetto ha un DNA marcatamente live, sia nell’approccio sia nella forma dei brani stessi. Quanto è complesso ai giorni nostri riuscire a trovare i giusti spazi nell’ambiente live nazionale ed estero?
È molto difficile trovare dei contesti che valorizzino la vera identità artistica e per mia scelta ho sempre preferito declinare ogni contesto che avrebbe potenzialmente potuto snaturare la matrice originale di una idea; non mi interessa suonare tanto per farlo, quello lo faccio con altri progetti paralleli per stare a contatto con il pubblico ed essere sempre allenato sia tecnicamente che come livello di performance, ma se vuoi portare live un tuo progetto artistico i casi sono 2: o ci sono i requisiti, o non si fa. E oggi ci sono altri canali per proporre la propria creazione, dai social al video, dalla TV al cinema, e sono esattamente le strade che stiamo percorrendo

Guardando al futuro, quali saranno i prossimi passi in casa Thunder Rising?
Stiamo già lavorando su 6 nuovi brani che dovrebbero vedere la luce antro fine anno, e quindi procedere alla pubblicazione di un full-lenght, che nelle mie idee potrebbe essere un vinile… Stay tuned! Thanks guys!


WEBSITE
www.thunder-rising.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *