Con la pubblicazione di “Helleven” tornano gli Haniwa, thrash metal band Toscana quanto mai agguerrita nel portare avanti il loro verbo fatto di musica heavy e passione!
Come spesso capita in progetti simili al vostro, amicizia e passione credo siano la linfa vitale che vi spinge a fare musica. Come è nato questo progetto e quali artisti (o album) vi hanno entusiasmato al punto da voler partire con un vostro progetto?
Sì, in effetti io (Angelo) e David ci conosciamo da una vita, siamo praticamente cresciuti assieme e abbiamo sempre condiviso molto per quanto riguarda l’aspetto musicale, tant’è che da teenager avevamo già la nostra thrash metal band. Per quanto riguarda le motivazioni capirai che alla nostra età di musica ne abbiamo ascoltata veramente tanta e per molto tempo, quindi abbiamo un grande bagaglio culturale dal quale abbiamo attinto per realizzare “Helleven”. Le influenze sono da ricercarsi sicuramente nella Bay Area ma anche nel thrash metal più europeo e nelle forme più recenti che vanno dal grunge al progressive. Gli Haniwa presero forma alla fine del 2014, come spin off di un progetto che proponeva un metal melodico cantato in italiano. L’allora cantante decise di mollare e noi tre e, visto l’affiatamento musicale e l’amicizia che ci lega tuttora, decidemmo di continuare la nostra avventura in una nuova forma. Iniziammo a suonare alcune cover metal, con l’obiettivo di capire quale fosse la nostra ispirazione, dopodiché ci siamo cimentati in un brano originale e in un paio di prove fu pronto: “Tomorrow”! Gli Haniwa avevano preso vita e da lì a poco realizzammo altri cinque brani che diedero vita al nostro primissimo lavoro, l’EP “Our”! Ci rendemmo conto che le cose funzionavano tra noi vista la relativa scioltezza con la quale riuscivamo a sfornare brani, così dopo aver registrato l’EP decidemmo di muoverci verso un album vero e proprio, realizzando quello che era il sogno di una vita!
La storia di “Helleven” è abbastanza curiosa, visto che il disco è uscito allo scoperto agli occhi di media e ascoltatori principalmente a qualche mese dalla sua pubblicazione. Come ve lo spiegate questo aspetto?
In realtà l’uscita di “Helleven” è stata accompagnata, assieme all’etichetta discografica, da un’agenzia stampa che ha sponsorizzato il lavoro presso le webzine italiane per lo più. Siamo usciti con un’intervista su Rock Hard e su altre riviste specializzate, nonché una importante serie di recensioni sulle principali webzine, per fortuna la maggior parte molto positive! A distanza di tempo ci siamo resi conto che non avevamo “spinto” molto sui canali esteri decidendo quindi di colmare questo gap attraverso un’altra agenzia… Evidentemente ha funzionato!
Il vostro modo di intendere la parola thrash metal mi porta alla mente più che la scena old-school statunitense quella tedesca, decisamente più incline a brani diretti e senza fronzoli come nel vostro caso. Cosa significa per voi suonare thrash metal, specie in un periodo tutt’altro che roseo per quel che riguarda la sua popolarità tra il pubblico?
Onestamente in fase di composizione non stiamo tanto a pensare alle mode del momento, questo può probabilmente limitare l’audience ma fa sì che la nostra attitudine non si snaturi. Considerando poi che le mode sono cicliche, non ha molto senso fare cose “a tavolino”. Oltretutto non saprei da dove iniziare a scrivere un pezzo death metal ad esempio, non credo sia nel nostro DNA anche se ci sono gruppi che ascoltiamo volentieri. Detto questo in “Helleven” a nostro parere si possono riscontrare influenze di molti generi, anche strutture portanti tipicamente thrash metal possono avere aperture metalcore o a volte progressive, vedi per esempio “Tomorrow” o “Tides Of Time”, per non parlare di “Think This” o “Helleven” stessa. L’impatto come dici tu è in effetti sempre piuttosto diretto ma gli arrangiamenti a volte non sono per niente banali. Sicuramente quello che si può percepire, e tu lo hai fatto, è la mia personale passione per gruppi thrash tedeschi come sono stati per esempio i Risk o i Kreator per citarne alcuni.
C’è un aspetto particolare degli Haniwa che vi continua a dare la carica necessaria ad andare avanti come band? Se sì, quale?
Ci divertiamo come dei ragazzini e ci piace stare insieme a comporre musica e a conoscere e scoprire musicisti e situazioni sempre nuove. La curiosità e la voglia di fare hanno un ruolo fondamentale.
Torniamo a “Helleven”, che ha visto come suo primo singolo “Haniwa”. Pensate che questo brano rispecchi fedelmente l’anima di band e disco? Come ce lo descrivereste?
“Haniwa” è forse il brano più immediato del disco, lo abbiamo composto in sala prove in maniera del tutto naturale mentre stavamo improvvisando su qualche riff. Se non sbaglio stavamo addirittura scimmiottando qualche pezzo di Billy Idol in quel momento! Quindi in qualche modo sì, rispecchia la nostra natura di essere immediati ma allo stesso tempo martellanti e aggressivi. Dal punto di vista invece degli arrangiamenti “Haniwa” è piuttosto semplice, mentre in “Helleven” ci sono a nostro avviso brani più complessi e arrangiati, anche perché dall’EP “Our” a “Helleven” è passato circa un anno e in quel periodo abbiamo probabilmente affinato ed evoluto le nostre capacità compositive.
Arrivate dalla Toscana, regione che vanta diverse metal band. Si potrebbe parlare di una scena musicale locale nella vostra regione? Come vanno le cose in termini di live?
Il nostro territorio ha una grande tradizione di band metal, alcune continuano come una sorta di “rievocazione” dei bei tempo andati, altre più attuali e fresche, ma devo dire che si avverte un notevole movimento anche a livello di eventi e opportunità. Certo la capacità di relazione e il sapersi inserire nei canali giusti è sempre fondamentale come in tutti gli ambienti, tuttavia ci sono molti locali, contest e altro che consentono alle band di esibirsi a vario livello. Paradossalmente riscontro a volte un certo “affollamento”, mi spiego: non credo abbia molto senso che una band locale suoni nello stesso posto più volte durante lo stesso anno, oppure a distanza ravvicinata su locali simili per genere e audience. Penso che sarebbe importante e produttivo per la band e per tutto il movimento se ci si sforzasse di mettere un po’ il naso fuori dalle proprie mura, in modo da creare uno scambio continuo con gruppi esterni e aumentare la visibilità e il valore del territorio stesso.
Il disco è stato pubblicato da una label underground locale, Qua Rock, che sembra essere decisamente attiva in chiave underground. Come è nato il vostro sodalizio con loro?
È nato un po’ per caso: un nostro amico parla di noi con una persona che già faceva parte della galassia Qua’Rock Records come musicista. Questa persona ci mette in contatto con Jac Salani e noi gli mandiamo il nostro EP per un ascolto. Dopo poco tempo ci contatta dicendo che gli piace molto quello che proponiamo e che secondo lui può venire fuori qualcosa di estremamente interessante. Per circa un anno ci siamo “annusati” e tenuti in contatto, lavorando nel frattempo pesantemente sui nuovi pezzi e partecipando ad alcuni eventi live realizzati da Qua Rock Records. Nel momento in cui abbiamo sottoposto a Jac e Gabriele Bellini tutto il lavoro abbiamo deciso di iniziare questa collaborazione e ne siamo molto felici!
Siete già al lavoro su del nuovo materiale? Cosa dobbiamo aspettarci dagli Haniwa dal prossimo autunno/inverno?
Sì, stiamo lavorando su nuovi brani e siamo sempre più attivi sui canali Social tramite agenzie stampa e promoter. L’idea è quella di fare uscire dei singoli nel breve periodo e poi magari consolidarli in un nuovo EP o album. È uscito da poco il nostro video tratto dal singolo “Haniwa”, che segue quello di “Helleven” realizzato nel settembre 2016 e abbiamo intenzione di farne altri da qui alla fine dell’anno. Abbiamo poi in programma diversi eventi live e stiamo lavorando per autunno/inverno ad un blitz in Europa. Seguiteci sulla nostra pagina ufficiale e ne vedrete delle belle!
WEBSITE
www.facebook.com/haniwametal
Gentile redazione di Suffer Magazine,
siamo una band proveniente da Ischia (NA), e ci piacerebbe proporre la nostra musica ed avere maggiori info nel caso fossimo idonei al vostro spazio riservato agli articoli recensivi o interviste.
Stiamo cercando di promuoverci da soli, che in sé per sé, è già duro di suo, ma cerchiamo di non mollare e migliorarci.
Potete trovare su questo link il nostro intero EP, vi invitiamo all’ascolto.
Vi lasciamo inoltre un paio di link all’ascolto:
bandcamp: ibridi.bandcamp.com
Spotify: https://open.spotify.com/album/0ayJfRxvVrQnDYTREavtEM
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Presskit:
https://www.mediafire.com/file/b7lfeokzsy84xrl/presskit_ita.pdf/file
Breve bio:
Gli IBRIDI sono una band melodic post-metalcore, composta da 4 ragazzi che condividono la stessa passione ed ambizione. Ascoltando la loro musica, subito noterete che il sound è il risultato di sperimentazioni ed influenze derivanti da molteplici influenze musicali, con band come: Pantera, Killswitch Engage, Alter Bridge, Queens Of The Stone Age, Avenged Sevenfold, Architects, Periphery, Alter Bridge,Sylosis.
Da Ischia (Napoli), gli Ibridi iniziarono il loro viaggio nel mondo della musica nel 2017, quando 2 amici decisero di metter su una band. Inizialmente suonavano le cover dei loro artisti preferiti, per poi spostarsi successivamente sulla composizione di brani originali.
Nel 2018 pubblicano il loro primo EP “TAPE SIDE A”. Da qui, la band comincia a crescere ed evolversi, sia sul profilo musicale che sulla formazione stessa, giungendo all’attuale line-up. Motty (voce e basso), Simone (tastiere e chitarra), Mattia (chitarra solista) e Danilo (batteria) iniziano a lavorare sul loro secondo EP “HOLLOW EMPIRE” (2019), con la voglia di sperimentare e di creare un sound che risulti unico ed originale, toccando vari generi musicali.
Grazie mille per la vostra attenzione, e buon lavoro!
-Ibridi