Sub Pop-Seattle-Grunge, un assioma pressoché perfetto anche se impreciso nel narrare le gesta dei Mudhoney, band storica della scena della stato di Washington e da sempre “allergica” ai grandi giri mainstream. “Digital Garbage” ci racconta di una band attenta a quanto sta succedendo negli States e non solo, lanciando a modo loro un allarme sui pericoli del web e strumentalizzazioni assortite. Mark Arm e compagnia assortita spinge sul pedale del garage sound più sporco e rock possibile, genuinamente grunge in questo senso, proponendo brani riff oriented diretti e a loro modo suadenti pur essendo lontani anni luce dall’essere Easy listening (cfr. “Paranoid Core” e “21st Century Pharisees”). Le dinamiche sludge di “Night And Fog” (se i Twitching Tongues ne facessero una cover potrebbe diventare facilmente la loro migliore hit!) garantisce una varietà di soluzioni che solo Delle vecchie volpi come i Mudhoney possono permettersi di maneggiare con successo mentre il coefficiente fun e beffardo viene fuori in brani come “Kill Yourself Live”. Un buon modo per riscoprire una band da sempre outsider della Seattle che conta.
Digital Garbage (2018 – Sub Pop)