Good Charlotte – Generation RX

Good Charlotte - Generation RXSi può definire un album dei Good Charlotte sperimentale e coraggioso? Di certo questi due termini non vengono associati spontaneamente alla band dei fratelli Madden ma mettendo da parte per un attimo i preconcetti dobbiamo ammettere che “Generation RX” non è il “solito” disco dei Good Charlotte. Dopo una breve intro ci troviamo di fronte a quello è il mood dell’intero album: “Self Help” ripropone il sound pop-punk della band ammantando le sonorità di una elettronica mai invasiva e di un mood malinconico che ben si sposta con il concept narrativo proposto. A livello lirico infatti “Generation RX” riprende il discorso di “Youth Authority” con picchi di drammaticità elevati come in “Better Demons” e “Cold Song”. “Shadowboxer” e “Actual Pain” propongono melodie perfette per essere proposte live e tutto sommato non stravolgono le sonorità classiche dei Good Charlotte pur presentando tutte le caratteristiche sopra citate. Interessante anche il mid-tempo “Leech” dove troviamo Sam Carter degli Architects come guest, dimostrando ancora una volta come i Madden siano dannatamente attenti ai trend del momento, in un cameo sorprendente visto che era lecito aspettarsi una prova urlata… e invece il buon Sam si cimenta in una convincente parte melodica. La già citata “Better Demons” e la conclusiva solare “California (The Way I Say I Love You)” chiudono idealmente il cerchio di un concept di attualità per un tema molto sentito dalla band. “Generation RX” è un album dalla breve durata (poco più di 30 minuti) ma che riesce a convincere e farsi apprezzare pur non essendo privo di difetti (la parte centrale un po’ debole e poco incisiva). In panorama pop-punk sempre saturo di band i Good Charlotte si confermano in ogni modo come band “alpha” capace di guardare sempre avanti e di non sedersi sugli allori.


Generation RX
(2018 – BMG)

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