TANA DEL VERME – Punk before you!

A breve distanza dalla pubblicazione dell’EP d’esordio, abbiamo incontrato la punk-rock band Tana Del Verme, per farci raccontare tutto su questo debutto e molto altro.

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Ciao ragazzi, visto che parliamo di un progetto nato direi di recente, volete illustrarci come è partito il tutto?
Ciao! Prima di tutto grazie per questa intervista. I Tana Del Verme sono nati in modo del tutto semplice e spontaneo. Piero (chitarra) già stava lavorando da qualche tempo su alcune canzoni decidendo poi di coinvolgerci in questo progetto. Sicuramente la voglia di suonare insieme e la nostalgia di quei fantastici anni passati con “pane e punk-rock” ci spinse a lavorare con la massima energia sui pezzi nel marzo del 2018 per poi entrare in studio in settembre.

Ognuno di voi arriva da esperienze pregresse nella scena alternative. Cosa vi ha spinto a unirvi in un progetto per certi versi distante dalle classiche sonorità alle quali eravate abituati con le vostre precedenti band?
Anche se in passato abbiamo fatto parte di vari progetti musicali diversi tra di loro, qui ci ritroviamo legati dall’amicizia e dalla passione per il punk-rock. È una sorta di “coperta di Linus”, una zona di comfort per tutti noi.

Arriviamo quindi all’EP omonimo. Quali erano le idee iniziali sulle quali avete dato il via alla composizione dei brani?
Il disco suona esattamente come ce l’immaginavamo. Alex degli Hell Smell Studios ha fatto davvero un gran lavoro. Le canzoni sono dirette, pochi riff e soli… Un vero e proprio “back to the roots”.

Come detto nella nostra recensione, in “Tana Del Verme” si va indietro di quasi un ventennio, andando a ripercorrere il periodo d’oro del punk-rock made in Italy (quello che vedeva i vari Derozer, Pornoriviste, Shandon… alla base della scena). Cosa vi ha spinto a ridare luce a quel tipo di sonorità?

Sono tutte band che ammiriamo e stimiamo tantissimo, come anche Punkreas e Impossibili. Ci ha spinto sicuramente la voglia di tornare indietro, di tornare dove tutto ebbe inizio, una sorta di ritiro spirituale. Noi lo definiamo un ritiro spirituale… C’è chi si reca negli altipiani Tibetani, noi in sala prove suonando punk.

Anche all’interno dei testi si va dalla fase nostalgica dei tempi passati a un occhio attento su come girano le cose nella società odierna. Parlando in fatto di scena alternativa italiana, come si sono evolute le cose a vostro avviso dalla fine degli anni ’90 a oggi a vostro avviso?
Oggi c’è un altro tipo di generazione, distante anni luce da quella di ormai 20 anni fa. La musica è cambiata e con essa anche i generi musicali, sicuramente il tutto dovuto anche all’avvento di Internet e delle varie mode del cazzo che vediamo in giro. Non possiamo negare però che, adesso come 20 anni fa, esistono fantastiche band punk-rock, hardcore, metal, rock che si spaccano ancora le mani in sala prove e macinano chilometri per promuovere il proprio disco sui palchi.

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Il singolo “Generazione inutile” è sicuramente un bell’esempio di quanto appena detto e un biglietto da visita niente male per il gruppo stesso. Come è nato questo brano?
“Generazione inutile” è stato il primo brano ad essere scritto. È un pezzo al quale siamo molto legati in quanto, come poche e semplici parole, racconta la frustrazione di una generazione intera che si è vista scippare i sogni e le opportunità. La sua genesi è stata delle più semplici: tanta frustrazione e un sacco di rabbia da far esplodere. È bastato impugnare la chitarra e il brano è venuto fuori da sé.

Online ho visto che siete stati ricevuti dal sindaco del vostro comune, San Salvo, cosa per certi versi insolita, specie nel nostro Paese. Pensate che le amministrazioni, così come gli enti in genere possano dare una mano a sostenere e promuovere artisti indipendenti e forme artistiche – come la musica -?
Dato che abbiamo scelto la nostra città come teatro per le riprese del nostro primo video, ci hanno convocati in municipio per ringraziarci. È stata una cosa del tutto inaspettata, in quanto, essendo una band completamente estranea a qualsiasi realtà politica, mai e poi mai avremmo preventivato una cosa simile. È stato un caso del tutto isolato, a noi interessa suonare punk-rock, divertirci e far divertire, fanculo politica e politicanti.

Il fatto di proporsi in lingua italiana non pensiate chiuda non poco il vostro raggio d’azione?

Siamo stati convinti sin dall’inizio di cantare in italiano, senza farci condizionare dal raggio d’azione: superati di non poco i 30, ci siamo concentrati molto più su quello che ci piaceva al massimo e ci entusiasmava.

A voi la chiusura!

Grazie mille a tutti per averci dato l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere riguardo i Tana Del Verme… Punk-rock rules!

WEBSITE
www.facebook.com/tanadelverme

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