Doveva esserci una rivoluzione digitale per vedere approdare finalmente sugli schermi la riproposizione video della famigerata biografia dei Mötley Crüe che ha rivelato al mondo intero il livello (altissimo) di depravazione e autodistruzione dei quattro glamster che hanno sconquassato il mondo intero partendo dai locali del Sunset Strip in quel di LA. “The Dirt” arriva sul piccolo schermo grazie alla lungimiranza di Netflix che ha riesumato il progetto originario previsto inizialmente per il cinema e poi accantonato più volte: non spendiamo molte parole sul film, piacevole anche se non perfetto, che vede sugli scudi un Machine Gun Kelly nella parte dell’esagitato (e un po’ bimbominchia) Tommy Lee e il super villain Iwan Rheon (Misfits e ovviamente Trono di Spade) nel compassato e sofferente Mick Mars (per la cronaca, parlando terra terra, “Bohemian Rhapsody” può solo accompagnare!). Parliamo invece della colonna sonora che, a conti fatti, colonna sonora proprio non è… nel senso che se c’è una pecca nel biopic è proprio l’assenza di gran parte della componente musicale dei Mötley Crüe in favore di brani d’epoca che fanno da sfondo alle scorribande di Sixx e soci. “The Dirt Soundtrack” non prevede nella tracklist nemmeno una di queste canzoni ed è in realtà una raccolta che prevede le hit che conosciamo tutti tratte dai primi quattro album della band, segando ovviamente il disco (per altro niente affatto malvagio) con J.Corabi citato comunque sia su libro che nel film, e presentando come bonus quattro brani inediti. Sulle hit andiamo sul sicuro e ritroviamo gli esordi più sguaiati (“Live Wire” su tutte, unico brani ben rappresentato anche nel film) fino alle più rifinite ed elaborate “Dr. Feelgood” e “Shout At The Devil”. L’interessa per questa raccolta è data dai quattro inediti: la cover di “Like A Virgin” di Madonna è talmente assurda e pacchiana da risultare quasi divertente mentre “Ride With The Devil” e “Crash And Burn” suonano esattamente come delle b-side accantonate proprio per pubblicazioni come queste (leggasi come: brani superflui se non inutili). L’unica vera nota di interesse è data proprio da “The Dirt (Est. 1981)”, un classico brano alla Mötley con un inserto rap proprio di Machine Gun Kelly che parla di tutto l’immaginario della band: sesso, droga e pure rock’n’roll (del resto il rap non è il rock del nuovo millennio?). Ci troviamo quindi ad ascoltare un classico brano rap-rock tutt’altro che sgradevole e che pur suonando datato non dispiace per niente. Il consiglio nell’ordine è di leggere il libro, guardare il film e poi recuperare questa raccolta, buon modo per rimettere in circolo il virus Mötley Crüe e le canzoni di questi quattro adorabili sbandati.
The Dirt OST (2019 – Eleven Seven Music)