Da “Revelations” a “Earth” di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia in casa The End At The Beginning, in primis con alcuni cambi all’interno della line-up. Partiamo proprio da qui insomma, cosa è successo e come avete trascorso questi tre anni all’interno della band?
Con l’uscita di “Revelations” abbiamo cercato di suonare il più possibile per promuovere il disco soprattutto in Italia ottenendo feedback positivi da questa nuova composizione. In questi tre anni abbiamo semplicemente cercato di continuare a fare quello che ci piace in modo tale da ottenere più soddisfazioni personali possibili. Infatti non abbiamo mai mollato la presa nonostante i problemi derivanti dai cambi di line-up.
“Earth” potremmo definirlo un fulmine a ciel sereno, in quanto è arrivato quasi senza preavviso. Come e quando ha preso vita l’idea di dare luce a una nuova traccia? E come si sono svolte le fasi di songwriting/produzione, calcolando che parliamo del primo brano partorito dalla nuova line-up?
L’idea di comporre nuovo materiale si è concretizzata una volta deciso appunto di voler continuare il progetto con una nuova line-up. È partito tutto da un concetto: affiancare ad ogni elemento un desiderio umano. “Earth” è stato il primo e con esso abbiamo anche modificato l’approccio compositivo, cercando di coinvolgere ogni membro del gruppo per cercare di ottenere idee nuove.
I cambi di formazione hanno ovviamente influito sul percorso artistico della band, che rispetto a “Revelations” trovo oggi più matura e decisa sul percorso sonoro/artistico da percorrere. Siete d’accordo con questa mia visione delle cose e in quali punti pensate si sia evoluto maggiormente lo stile della band?
Noi speriamo che sia percepita come più matura anche dagli altri. Al momento però non sappiamo dirti con precisione quale sarà la nostra evoluzione. Sicuramente “Earth” rappresenta un punto di svolta anche se ancora non radicale: in parte legato al nostro stile passato ma con elementi che ancora non avevamo utilizzato.
Solitamente quando un singolo viene lanciato in maniera così improvvisa è sintomo di un nuovo lavoro in corso d’opera… Potete dirci qualcosa in merito?
Per quanto riguarda il nuovo materiale possiamo dire con certezza che usciranno altri brani a tema elementale, ma ancora non sappiamo se procedere a singoli, far uscire un EP o lavorare ad un album. Comunque sono vie che non si escludono a vicenda. Si vedrà!
“Earth” è un brano diretto, a iniziare dal suo testo, carico se vogliamo di teatralità nel suo racconto di come la Terra, per l’appunto, sia inevitabilmente al centro di ogni vita umana. Come avete dato vita a questo testo e cosa vi ha ispirato maggiormente in fase di scrittura?
Per quanto riguarda la parte musicale, abbiamo cercato di trasmettere a suoni le sensazioni visive di pesantezza e solidità, presenza di spazi angusti e immensi. Per il testo ci siamo ispirati alla poesia Ozymandias di Shelley (che abbiamo anche utilizzato nella canzone stessa) cercando anche qui di trasmettere a parole immagini legati alla terra.
Arriviamo quindi al video, riassunto visivo di quanto appena detto. Come vi siete mossi in tal senso, partendo innanzitutto dalla location e al modo in cui è stato girato il tutto?
Ah il video! Si potrebbe scrivere un libro sulla serie di sfortunati eventi che ci sono accaduti nel
weekend in qui abbiamo girato il video! Brevemente possiamo dire che abbiamo dovuto improvvisare quasi tutto poiché i nostri progetti sono stati stravolti da allagamenti, gomme forate, macchine incastrate e ore di luce contate. Comunque l’abbiamo girato a Massa in Toscana in una cava.
Una domanda che mi viene naturale farvi vista l’evoluzione artistica è dove vi sentite a vostro agio oggi in termini di scena musicale: possiamo ancora parlare di Metalcore nel vostro caso?
Noi ci sentiamo a nostro agio se riusciamo a trasmettere qualcosa al pubblico a prescindere dal genere. Personalmente con la crescita siamo sempre più convinti che l’etichettare una band (o l’etichettarsi) in un determinato genere possa essere limitante, o almeno è quello che noi sentiamo sulla nostra pelle. Ovviamente facciamo parte del Metal per come si sta evolvendo al momento però stiamo cercando di non darci limitazioni, anche per quanto riguarda contaminazioni artistiche.
Cosa dobbiamo aspettarci dai The End At The Beginning in questa seconda parte di 2019?
In questa seconda parte cercheremo di completare la fase compositiva e far uscire materiale nuovo da proporre live.