I Northlane sono di casa qui su SMM e da sempre apprezziamo il loro operato a cavallo tra alternative e progressive metal. Con “Alien” le carte in tavola vengono sparigliate, proponendo un disco che si stacca dal passato e che sembra composto di pancia e d’istinto: questa prima sensazione, che troviamo sin dall’iniziale e deflagrante “Details Matter”, cozza subito con l’immagine che ormai ci eravamo fatti dei nostri australiani, e cioè di musicisti attentissimi ai dettagli e più avvezzi a ricreare atmosfere elaborate (sempre all’interno del panorama metal) piuttosto che attaccare l’ascoltatore al muro con un approccio diretto e dannatamente heavy. Ecco, la prima traccia ci scaraventa subito nel “nuovo” mondo sonoro dei Northlane, più incline alle sonorità ruvide, pur proponendo arrangiamenti sempre di prim’ordine e stratificati. Se “Freefall” richiama alla mente gli amici Architects e il singolo “Bloodline” le melodie del passato è in brani d’impatto come “Talking Heads” (il brano più violento mai composto dalla band senza perdere il gusto per la melodia vincente?) e al contrario nelle sorprendenti “Eclipse” (con richiami elettronici molto spinti) e “Sleepless” (dove la drum and bass trova terreno fertile in un brano che conclude alla perfezione l’album) che “Alien” da il meglio di sè. Marcus Bridge si dimostra ancora una volta cantante dall’estro smisurato e la sua performance lancia in alto un album di altissimo valore che vede per la prima volta in formazione il nuovo bassista Brendon Padjasek. I Northlane hanno cambiato marcia dando alle stampe un album diretto e variegato che regala un nuovo ottimo lavoro alla scena metalcore (e non solo) mondiale.
Alien (2019 – UNFD)