É difficile inquadrare il nuovo disco dei KoRn senza menzionare la tragica morte dell’ex moglie di J.Davis che inevitabilmente ha influenzato le atmosfere e i testi di “The Nothing”. Come anticipato dal chitarrista Munky in svariate interviste la realizzazione di questo album ha rappresentato una sorta di terapia per il cantante californiano e i riferimenti a Devin giocoforza sono disseminati praticamente in ogni brano presente in tracklist e non solo nello straziante incipit di “The End Begins”, pochi secondi di marcia funebre e urla strazianti di Davis che ci porta agli esordi disturbanti della band di Bakersfield. “Finally Free”, “Can You Hear Me” e “You’ll Never Find Me” non mancano di tributare la memoria a Devin con quel sentimento di smarrimento e dolore che solo i KoRn più ispirati sanno evocare. In generale ci troviamo di fronte probabilmente al miglior album pubblicato dal combo californiano negli ultimi anni grazie a una rinnovata verve heavy e un interessante mix di irruenza e meditazione: le caotiche “H@rd3r” e “Idyosyncrasy” mettono in risalto ritmiche deraglianti e sfacciate ma altrove ritroviamo melodie ammorbanti (cfr. il singolo “Cold” o “This Loss”) in un mix di atmosfere particolarmente riuscito e indovinato. “The Nothing” verrà giustamente salutato con favore dai fan di vecchia data dei KoRn ma ha tutte le carte in regola per fare breccia anche tra le “nuove leve” alternative metal che avranno voglia di riscoprire questa fondamentale e seminale band.
The Nothing (2019 – Roadrunner)