Provenienza: Pavia, Milano, Alessandria
Line-up: Tya (batteria), Kiki (basso), Biax (chitarra), Mandrea (voce)
Anno di formazione: Long long time ago, in a galaxy far away
Genere: Alternative rock
Artisti che hanno influenzato la nascita del progetto: Incubus, Hoobastank, Linkin Park, Deftones
Quale particolarità degli artisti menzionati hanno colpito la vostra attenzione: Sono tutte band che riescono a mixare intelligentemente potenza e melodia. Riff granitici sorretti da ritmi incalzanti che fanno da base a melodie vocali d’impatto
Raccontateci la vostra prima volta in studio: La prima volta è stata al Jungle sound di Milano. I pochi soldi in tasca ci hanno costretto ad un mega tour de force di 12 ore per registare 4 brani, il nostro primo demo. Grazie a questo MEGA sbattimento però siamo riusciti ad arrivare a Dave Chang (produttore dei Linea 77 tra i tanti) che ci ha remixato e masterizzato il lavoro.
Come nasce una vostra traccia: Solitamente mi metto nel mio studiolo (Mandrea, il cantante) e inizio a suonare la chitarra con l’intento di fare qualcosa di nuovo. Non mi importa se sia acustico, elettrico, rock o heavy. Ciò che conta è avere una buona idea su cui lavorare.
Parlateci in chiave songwriting del vostro nuovo ultimo brano, come è nato e come è stato sviluppato: “Down The Line” a mio avviso è un brano dalle reminiscenze anni ‘90 (precisamente 98/99). Volevo una canzone che riuscisse a mixare i suoni taglianti di band come i Placebo e la musica fatta con i samples con accenni rap come le canzoni dei Gorillaz, che si avvalevano di artisti del calibro di DELASUOL. Strofa con richiami new wave e ritornello emotional con orchestrazione e ottave di chitarra distorta ed il gioco è fatto!
Parlando invece del tema trattato nel testo, come descrivereste il concept: “Down The Line” parla di coscienza, di concetti da applicare al vivere, di preconcetti da superare. Viviamo una realtà in cui nessuno è indispensa
Parlando invece di strumentazione, descrivici la vostra backline: Siamo il classico quartetto rock: batteria con doppio pedale (per le parti più hard), basso con pedaliera (per usare distorsive nelle parti più spinte), chitarre custom (Les Paul e Telecaster su tutte) con suoni kemper per avere un range elevato di soluzioni a livello di sound) campionatore con samples e sequenze, voce con armonizer (per i cori).
Quali sono a vostro avviso i tre punti fondamentali sul quale far nascere e crescere un progetto musicale: È fondamentale (e quindi da mettere come punto uno) avere voglia di esprimere qualsivoglia emozione o sfogo trasformandolo in musica. Sono sempre stato dell’idea che la musica ha un impatto emotivo devastante su persone e popoli al punto 2 metto il sacrificio. Vale a dire che un progetto musicale serio ha bisogno di tempo, chilometri da percorrere, giornate passate in sala prove e studio. Only the brave survives! Al terzo posto metto la capacità di avere pubbliche relazioni, siano esse dal vivo o tramite Social Media. È troppo importante condividere la propria musica con tutte le persone che stanno al di fuori della tua piccola realtà. In questi anni è troppo importante sapersi vendere e lo si può fare senza svendersi.
Facendo un riassunto, come è stato il vostro 2022 in termini di band: Il 2022 non mi ha esaltato particolarmente. Lo strascico del COVID e l’inizio del conflitto in Ucraina ci ha chiuso le porte all’Est Europa, zona in cui suonavamo spesso in situazioni incredibili, aprendo concerti a grandi artisti internazionali. Siamo comunque riusciti a far uscire un brano a stagione e ognuno di essi ha girato on air in tutta Europa, Stati Uniti e Sudamerica.
Cosa invece riserverà il 2023 come band: Abbiamo appena fatto uscire un nuovo singolo e devo dire che per ora sta viaggiando alla grande. Stiamo programmando nuovi viaggi in mete differenti per fare ascoltatela nostra musica esterofila a nuovi padiglioni auricolari.
Vi ritenete più a vostro agio in studio o su un palco? Sono due dimensioni diverse. Lo studio è il luogo in cui si da vita a tutta la fantasia e le emozioni diventano canzoni. Il live è lo sfogo. Hai a disposizione un tot di minuti e un pubblico di fronte e a te per scatenare l’inferno. È una cosa che ti da una carica pazzesca. Io lo definirei come un momento di agonismo musicale. .
Meglio la libertà offerta dal DIY o avere al seguito una label/management in supporto? In questi ultimi anni la musica indipendente sta prendendo piede. Questo perché l’industria musicale è in crisi e non ha grossissime cifre da investire. Ad oggi un musicista indipendente può raggiungere traguardi impensabili fino a una decina di anni fa. Ci sono sempre e comunque nuovi management che lavorano molto bene con i volti nuovi della musica rock.
Un obiettivo per il 2023 e il sogno nel cassetto nel breve/medio termine: Obiettivo 2023 è tornare on stage in situazioni bollenti, con pubblico partecipe ed un sacco di decibel. Al sogno nel cassetto ci stiamo lavorando… E se succede son k***i ! (risate) Vediamo cosa ci riserverà il futuro insomma. Partiamo dal presupposto che ognuno di noi è artefice del proprio futuro.