A cinque anni dal deludente “The Devil Put Dinosaurs Here” gli Alice In Chains ci propongono un album che riesce a riprendere le ottime intuizioni di “Black Gives Way to Blue”, disco che aveva giustamente ripreso il background storico della band rivestendolo di un piglio moderno ed attuale. “Rainier Fog”, che fin dal titolo omaggia la natia Seattle grazie al riferimento al monte Rainier che sovrasta la città dello stato di Washington, vede il ritorno a casa dei nostri che per l’occasione hanno assoldato di nuovo il producer Nick Raskulinecz e si sono chiusi negli Studio X della loro città natale per la prima volta dalle registrazioni del self titlled datato 1995. Già dall’opener “The One You Know” gli AiC lasciano trapelare quella voglia di suonare in qualche modo più fluidi rispetto al precedente lavoro in studio, con una prova vocale incisiva dell’ex Comes With The Fall William DuVall e una sezione ritmica sempre quadrata e “pensante”. Stesso discorso per i brani più diretti come il singolo “Never Fade” che ben si alterna con gli episodi più elaborati e cerebrali dove la chitarra stratificata di Jerry Cantrell lambisce in egual misura territori psichedelici e hard rock anni ’70, esaltando la capacità della band di Seattle di risultare il gruppo più heavy dei Big 4 della storica scena grunge di Seattle. In questo senso “Red Giant”, “Drone” e “Deaf Ears Blind Eyes” fanno la voce grossa in una tracklist senz’altro solida e ben confezionata che esalta il ritorno sulle scene di una band dalla classe superiore.
Rainier Fog (2018 – BMG)