Provenienza: Nuoro/Sardegna
Line-up:
Lukas Moore – Lead Singer
Nic P. Red – Bass
Andrew B. – Drums
Matt T. – Guitar
Anno di formazione: 2013
Genere: Alt Metal, Modern Metal
Artisti che hanno influenzato la nascita del progetto: Inizialmente Linkin Park, Ill Niño, Slipknot, Lamb Of God, Korn, SOAD, Fear Factory, Strapping Young Lad.
Quale particolarità degli artisti menzionati hanno colpito la vostra attenzione: (Lukas) in particolare, negli artisti citati mi colpì l’unicità delle voci dei frontman, Chester Bennington, Cristian Machado e Corey Taylor hanno forgiato il mio modo di utilizzare la voce nel genere metal e nu metal, influenzando poi in maniera decisa il mio modo di cantare, l’attitudine e il modo di scrivere.
Raccontateci la vostra prima volta in studio:La nostra prima volta in studio è stata un’esperienza magnifica, abbiamo avuto la fortuna di lavorare con un produttore (Eddy Cavazza) che fin da subito ha colto la direzione in cui volessimo andare, contribuendo a tirare fuori il meglio da ognuno di noi. Un’esperienza veramente formativa, che ci ha migliorato sia come artisti che come performer, gettando delle basi solide per tutto quello che abbiamo poi affrontato fino ad oggi.
Come nasce una vostra traccia: Solitamente buttiamo giù delle proposte strumentali e da lì partiamo con l’idea di una struttura provvisoria e proseguiamo conciliando tutte le idee e ipotetiche variazioni con l’armonia e il groove. Alla fine di questo processo abbiamo una strumentale di riferimento che viene pre-prodotta successivamente con il nostro produttore, il quale agisce insieme a noi in maniera ancora più profonda sul songwriting. Testi e le voci seguono un processo a parte dove generalmente cerco di capire che mood mi offre la canzone, ossia cosa mi suggerisce a livello di tematiche, e quindi come interpretarla. Nella stragrande maggioranza delle volte ogni pre-produzione suscita in me degli input che mi portano a scrivere ciò di cui ho bisogno di esternare a livello emozionale, diventando l’anima della canzone che andremo a registrare.
Parlateci in chiave songwriting del vostro nuovo ultimo brano, come è nato e come è stato sviluppato: Ecco, Betrayed racchiude perfettamente quello di cui ti ho parlato sopra. Avevamo una bella pre-produzione del brano, già scritto da tempo, che necessitava solo del giusto momento e mood per poter essere registrato. Ci trovavamo in visita ai Fuel Music Studio di Los Angeles durante il nostro ultimo tour americano, e lì ci si è stata fatta la proposta di fare un featuring con Cristian Machado. Abbiamo ripescato velocemente la pre-produzione del pezzo e nel giro di qualche ora con un paio di modifiche e delle nuove lyrics molto sentite siamo entrati in studio di registrazione con Machado, e quello è stato il risultato!
Parlando invece del tema trattato nel testo, come descrivereste il concept:
Il concept è stato molto semplice da definire, il pezzo parlava già dal principio di un odio rivolto a chi nella vita di tutti i giorni tradisce un’amicizia. Nello specifico, in quel momento come band avevamo dell’astio nei confronti del precedente manager e abbiamo deciso di modificare il testo in modo che fosse più personale e rabbioso, cogliendo l’occasione per un vero e proprio sfogo sonoro!
Parlando invece di strumentazione, descriveteci la vostra backline:
Per praticità ci affidiamo strumentazione digitale (dunque sound profilers come Kemper e Axe FX), mixer M32/X32 uniti a sistemi di in-ear monitoring per ottenere un sound sempre coerente tra disco e performance live. In questo modo possiamo ridurre i tempi di soundcheck ed essere più pratici negli spostamenti riducendo i costi. Oltre questo, solitamente utilizziamo chitarre Schecter e Diamond, bassi Warwick e drumkits Pearl con piatti UFIP.
Quali sono a vostro avviso i tre punti fondamentali sul quale far nascere e crescere un progetto musicale: La passione in primis, il fuoco sacro che fa nascere un’esigenza espressiva e manda avanti un’idea negli anni. La costanza, elemento fondamentale ma spesso non considerato, che presuppone anche tante forme di resilienza e fa sorpassare i momenti di crisi. E non certo ultima, la visione imprenditoriale che accompagna ciò che oltre la passione è il lato lavorativo, con le sue criticità e bisogni legati al mondo del business.
Facendo un riassunto, come sta andando il vostro 2023 in termini di band e cosa avrà in serbo per voi da qui a fine anno? Ė sicuramente un anno di rinascita dopo un lungo periodo di pausa dovuta alla pandemia. Dopo il nostro primo tour americano del 2019, questo stop ci ha permesso di cementare la line-up e prepararci tecnicamente al meglio. In marzo siamo ripartiti con un nuovo tour di 56 date negli States, ed in concomitanza è stato lanciato il nostro secondo album Mutiverse, che ha ottenuto un successo insperato sia dal vivo che sulle piattaforme di streaming. Il singolo con Christian Machado e la partecipazione al Festival Hell & Heaven in Messico, in un cartellone che vede Slipknot, Muse e Guns ‘n Roses come headliners, sono dei traguardi che ci fanno guardare al futuro con grande fiducia.
Vi ritenete più a vostro agio in studio o su un palco? Sono due momenti molto diversi della vita di un musicista, ognuno con i suoi picchi di esaltazione e godimento. Ma di sicuro, il momento in cui senti che la tua musica muove qualcosa dentro tante persone che ti ascoltano in concerto, beh… Quello vale tutti gli sforzi fatti ed è la ragione per cui andare avanti. Per cui, soprattutto nel nostro caso, il palco è assolutamente il nostro habitat.
Meglio la libertà offerta dal DIY o avere al seguito una label/management in supporto? Anche su questo si potrebbe parlare all’infinito: soprattutto negli ultimi anni, è molto raro vedere un’etichetta che supporta la band senza immediato ritorno economico e senza imporre percentuali al limite della sopravvivenza della band. Nel nostro caso, siamo stati forti abbastanza da arrivare fin qui con le nostre forze e decidendo di giorno in giorno cosa scrivere, dove andare e su quali strade metterci. Abbiamo avuto collaborazioni con booking e management, a volte proficue ed altre volte deludenti, sempre cercando di avere in mano la bussola del nostro destino, e di questo andiamo orgogliosi, pur restando aperti a tutte le proposte che arrivano.
Un obiettivo e il sogno nel cassetto nel breve/medio termine: Il nostro più grande sogno è sempre stato quello di incontrare persone a cui legarci grazie alla musica ed alla energia che si emana dal palco al pubblico e viceversa. Non c’è niente di più bello ed esaltante. Perciò lavoriamo ogni giorno per farlo il più possibile e sogniamo di farlo in eventi sempre più grandi ed importanti!
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