Che si consideri i Bloodbath come un supergruppo o meno è fuori discussione che uno dei dischi death dell’anno sia proprio “The Arrow of Satan is Drawn”, disco che tolto l’hype a volte esagerato non ha deluso le aspettative! Abbiamo contattato il chitarrista Anders Nyström prima della data milanese in compagnia dei Kreator, Dimmu Borgir e Hatebreed e questo è il resoconto della chiacchierata!
Ciao Anders, benvenuto sulle pagine di SMM! Cosa stai combinando in questo momento?
(Anders) Ciao a tutti! Siamo ancora in tour in Europa con i nostri amici Kreator, Dimmu Borgir e Hatebreed!
“The Arrow of Satan is Drawn” era molto atteso tra i fans e gli addetti ai lavori, sei soddisfatto di come è stato accolto? Rispecchia le tue aspettative?
(Anders) Non ne sono sicuro se devo essere onesto. Immagino che stia andando bene… sarà meglio che stia andando bene cazzo! (ride ndA) Almeno sono contento di come è venuto fuori, è stato un album divertente da scrivere.
Tra l’altro è il primo lavoro con Joakim Karlsson in line-up, quale è stato il suo apporto nel disco?
(Anders) E’ fuori dubbio che abbia portato una forte componente black metal ma anche una grande capacità di songwriting.
Ogni album dei Bloodbath suona differente: è una vostra scelta precisa?
(Anders) Sì, ogni album dei Bloodbath è effettivamente diverso dall’altro. Abbiamo reso omaggio alle influenze americane, Florida per la precisione, prendendo come riferimento tutto quello che usciva dai Morrisound Recording, abbiamo poi reso omaggio al suono della vecchia scuola di Stoccolma e dei mitici Sunlight Studios. Abbiamo anche abbracciato un approccio più tecnico e moderno e ultimamente ci siamo concentrati sul ritorno alle radici degli anni ’80, una direzione più primitiva, quando ancora non esisteva una differenza rigorosa e definita tra i generi di metal estremo.
Sai che riferito a voi gira spesso il termine “supergruppo”, che ne pensi? Ti piace? Ti da noia?
(Anders) Per me è solo qualcosa che l’etichetta e i media hanno inventato per creare un po’ di hype, roba di marketing insomma. Non potrebbe sbattermene di meno! (ride ndA) Per quanto mi riguarda siamo un paio di amici che suonano in band diverse e che vogliono stare insieme suonando death metal.
Suonate tutti in diverse band di successo e molto impregnate, come riuscite a conciliare tutti I vostri impegni e convogliare le energie neceessario per I Bloodbath?
(Anders) Questa è probabilmente la parte più difficile del tenere in piedi la band. A causa degli assidui impegni e della lealtà verso le nostre band principali, come Bloodbath siamo “costretti” a concentrarci in un periodo ben delimitato e ad esempio per i live in determinati e ben precisi momenti. Ho insistito perché la band cercasse di arrivare al livello successivo, dobbiamo vedere un po’ come si evolveranno le cose.
Come dicevi anche tu prima il death metal è cambiato molto negli anni e abbraccia tanti stili diversi e si è evolito in sottogeneri. Pensi sia una cosa positiva? Come vedi lo stato attuale della scena?
(Anders) Il Death metal per me non ha bisogno di chissà quale “progressione” o evoluzione. E’ un genere musicale che ha bisogno di tecnica e musicisti che sappiano scrivere delle buone canzoni, tutto qui.
Riguardando il 2018, cosa pensi abbia portato ai Bloodbath?
(Anders) Tanto sangue!
Grazie mille, hai un ultimo messaggio per i nostri lettori?
(Anders) Spero che vi sia piaciuto l’album e venite a vederci dal vivo! A presto!!
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