Il secondo disco dei Bloodbath che vede alla voce il buon Nick Holmes dei Paradise Lost (quinto album in totale) vede in line-up un innesto interessante che risponde al nome di Joakim Karlsson dei blackster Craft alla chitarra, particolare non da poco perché come vedremo influenza in modo decisivo il songwriting di questo “The Arrow of Satan Is Drawn”. Il nuovo album del supergruppo svedese infatti parte subito fortissimo con “Fleischmann”, episodio di feroce death metal infettato appunto da un retrogusto black e malvagio che ci regala subito un bel pugno in faccia! Tutto l’album ha come costante una ricerca sottile e perversa nel ricreare atmosfere ferali non discostandosi dai precedenti lavori ma accentuando questo “mood”. Tutto questo lo ritroviamo anche in episodio più ariosi e, permetteteci il termine, “catchy” come il singolo “Bloodicide” (dove le guest si sprecano tra membri di Cancer, Carcass e Bolt Thrower) si percepisce un cipiglio all’attacco e diretto. Di contorno, e che contorno, possiamo goderci brani tritaossa come “Warhead Ritual” e “March of The Crucifiers” e un interessante episodio più meditato ma altrettanto letale come “Levitator” per un totale di 41 minuti di death metal d’assalto. Ogni tanto i “così detti” supergruppi non deludono le aspettative, i e Bloodbath sono senz’altro da promuovere a pieni voti.
The Arrow of Satan Is Drawn (2018 – Peaceville Records)