Ne hanno fatto di strada i Brutus che dopo aver raccolto recensioni super positive con il precedente lavoro intitolato “Burst” hanno girato l’Europa in lungo e in largo in compagnia dei Thrice e hanno ricevuto numerosi attestati di stima da musicisti del calibro di Lars Urlich (che definisce i Brutus come la sua band preferita del momento) e Chino Moreno (news degli ultimi giorni vuole la band confermata per la seconda edizione del festival Los Dias de Los Deftones). “Nest” conferma tutte le buone premesse e promesse espresse in questi mesi grazie a una proposta post-core che vede come piatto forte le linee melodiche della batterista Stefanie, malinconiche e laconiche, inserirsi in una struttura piuttosto quadrata e trascinante vicina per certi versi al math-rock più lineare e con punte di progressive-rock d’autore. Una combinazione descritta in questi termini porta ad una aggressività controllata che trova perfetto sfogo in brani come “Django”, “Cemetery” e “Blind”. Hassle Records ha per le mani una band pericolosissima e pronta ad esplodere: non lasciatevela sfuggire!
Nest (2019 – Hassle Records)