Stige è il primo disco dei Charun, progetto strumentale nato da un’idea di Nicola Olla (Drought, My Own Prison, December Hung Himself) e poi evoluto, con l’avvento di altri musicisti, in forma e sostanza fino ad arrivare a questo lavoro. Stige è un progetto talmente bello e importante che sono sicuro sentiremo parlare ancora e ancora dei Charun, o per lo meno è quello che mi/gli auguro. Per quanto l’accostamento ai Russian Circles, This Will Destroy You e ai Caspian sia quantomeno inevitabile è anche impossibile negare che i Charun riescono ad amalgamare linee etere e poetiche a sberle sonore più vicine a sonorità Neurosis/Isis con alcuni richiami a parti più “deftoniane” dando origine ad un disco con molta personalità e di rara e sopraffina bellezza. Il disco è costellato di momenti emotivi davvero devastanti come “De Brevitate Vitae” o “De tranquillitate Animi”, interrotti da capitoli più aggressivi ma non meno trasognanti come nell’iniziale “Clinamen” in cui dopo una arpeggio delicato in partenza, gli Charun ti devastano con un tempesta improvvisa di riff destabilizzanti,; “Divina Voluptas” delicata nelle sue intersezioni e la conclusiva “Intermundiae” che con le sue dissonanti e distorte ripartenze trascina tutti sulla sponda del fiume infernale con una certa sorta di rassegnazione e tristezza. Ottima produzione, ottimo layout, ottimo lavoro. Raffinati. [MF]
Stige (Cave Canem DIY, As Above So Below Records – 2016)