Tre date italiane sold out da tempo in altrettante location prestigiose: “Higher Truth Acoustic Tour” si candida come uno degli eventi di questa primavera rock 2016 e il carismatico Chris Cornell ha mantenuto le promesse esibendosi al meglio delle sue possibilità in concerti dal sapore magico per i tanti amanti delle sonorità grunge anni ’90 ma in generale da chi ama la grande musica rock. E la voce di Chris sembra migliorare con gli anni come del buon vino cancellando quasi completamente i tanti dubbi sulla sua resa live presentandosi sul palco “nudo” solo voce e chitarra.
Ad aprire la serata troviamo tale FANTASTIC NEGRITO [7], personaggio dalla storia stravagante e travagliata dalla bio che è tutto un programma: narrano le leggende che il manager di Prince si sia invaghito del talento di Xavier Dphrepaulezz, in arte appunto Fantastic Negrito, tanto da garantirgli un contratto milionario con la Interscope gettato al vento per organizzare party illegali a Los Angeles prima e trasferirsi nelle campagne di Oakland mettendosi a coltivare Marijuana poi… la storia finisce con un incidente che lo riduce in coma per tre settimane, una lunga riabilitazione ed il comeback musicale con questo nuovo progetto. Tornando alla serata degli Arcimboldi il buon Xavier snocciala un warm-up credibile ed avvincente snoccialando un buon mix di soul e rythm&blues con una attitudine al limite del punk. Il 3 Giugno esce il disco “The Last Days of Oakland”, scommettiamo che ne riparleremo?
Uno stage tutto sommato sobrio ed intimo accoglie dopo una lunga attesa CHRIS CORNELL [8] il quale riceve il caldo abbraccio del pubblico milanese che ha il compito di dare l’arrivederci al cantante di Seattle chiudendo la tre giorni italiana. L’ “Higher Truth Acoustic Tour” è un’ottima occasione per ascoltare sia i brani solisti di Chris, tra i quali appunto gli estratti dall’ultimo indovinato album “Higher Truth”, sia riassaporare grandi classici di Soundgarden, Audioslave o Temple of the Dog o “calibrate” cover. Accompagnato in molti brani dal bravo polistrumenstisa Bryan Gibson ma più spesso da solo sul palco il buon Chris mantiene alto l’interesse per tutte le due ore e mezza del concerto, riuscendo a creare empatia con un pubblico che non vedeva l’ora di ascoltare l’ugola magica del cantante di Seattle che al contrario di altre occasioni live vissute in passato sembra davvero in ottima forma per tutta la (lunga) durata della performace. Difficile citare qualche brano perché si rischierebbe di dimenticare qualcosa ma è impossibile non citare l’esecuzione da brividi di “Fell On Black Days”, primo tributo ai Soundgarden della serata o “Hunger Strike” del progetto Temple of the Dog. Una serata magica che sicuramente rimarrà impressa per molto tempo a tutti i fortunati avventori di questa serata dal retrogusto molto ninetines.