Otto anni dopo il gelido e bellissimo Melancholie², finalmente il progetto solista di Georg Böner, chiamato Coldworld, esce in un caldissimo luglio per riportare il freddo nel mondo o prepararci al prossimo futuro con Autumn. Un album di una delicata e raffinata violenza, che lascia l’oscurità dei predecessori all ricerca di un barlume di luce tra i ghiacci sconfinati. Böner è un compositore d’eccezione, un fuoriclasse nel suo genere, e un polistrumentista di gusto sopraffino (sua tutta la composizione e l’esecuzione di tutti gli strumenti, dagli archi alla batteria alle varie voci) e tutta la sua bravura emerge, chiaramente, in questo album fatto di melodie bellissime e voci eteree che si alternano a sfuriate di doppio pedale e voci acidissime su cui , su tutte, emerge la seconda tracci del disco, Void, di una bellezza disarmante. Ci si lascia trasportare da tutte le tracce, senza difficoltà alcuna, in questo autunno morente che aspetta il ghiaccio invernale. Un fortissimo senso di malinconia pervade tutto l’album, per tutti i 52 minuti che mischiano il Depressive Black Metal dei primi album (Climax of Sorrow) e una fortissima venatura di post metal, mix evidente soprattuto nelle altre tracce con più tensione emotiva (Autumn Shade, Nightfall), fortissime influenze rock (Womb Of Emptiness) e classiche (The Wind And The Leaves). Un album a mio avviso perfetto che si attesta tra i primi 5 usciti quest’anno. Straordinario. [Frez] Voto 9
Autumn (2016 – Cold Dimensions)