“The Moon Is A Dry Bone”, il nuovo album dei partenopei Corde Oblique è disponibile da oggi in versione fisica e digitale via Dark Vinyl Records (distribuzione Audioglobe).
“Sotto la superficie, la luna è secca come un osso. Non puoi spremere il sangue da una rapa e apparentemente non puoi nemmeno strizzare l’acqua dalle rocce lunari”.
Registrato e mixato da Massimo Aluzzi presso gli Splash Studio (Napoli) e masterizzato da Geoff Pesche presso gli Abbey Road Studio (Londra), con questo ultimo tassello del loro personalissimo mosaico poetico, i Corde Oblique lanciano un genere che la band stessa definisce “folk-gaze”, ovvero un miscuglio tra neofolk e shoegaze. Le consuete sonorità folk si intrecciano con qualcosa di nuovo: chi conosce la band, vi ritroverà la loro ormai ben delineata identità sonora, questa volta però agitata da un’attitudine più estrema e spregiudicata.
L’acredine dei tempi annidata nei vari brani è rilevata con coraggio ma è addolcita da una luce versata dall’infanzia, dalle regioni in cui la meraviglia riesce ancora a farsi primo motore e azione. “The Moon Is A Dry Bone”, settimo album in studio dei Corde Oblique, include 11 tracce inedite, tra cui una cover degli Anathema (“Temporary Peace”). Da segnalare le collaborazioni che si susseguono nel disco: oltre a Caterina Pontradolfo, artista lucana sempre presente in tutti i lavori della band partenopea, impreziosiscono le trame vocali anche Andrea Chimenti e Miro Sassolini (ex cantante dei Diaframma), due nomi storici della musica italiana che non hanno bisogno di alcuna presentazione. Dopo vent’anni di attività musicale, Riccardo Prencipe (mente e anima della band) riesce ancora a interrogare gli astri, aridi eppure ancora ricettivi e, forse, promettenti.
L’artwork e la tracklist di “The Moon Is A Dry Bone”:
01 – Almost Blue
02 – La Strada
03 – The moon is a dry bone
04 – Le grandi anime
05 – Le Torri di Maddaloni
06 – Il figlio dei Vergini
07 – La casa del Ponte
08 – Temporary peace
09 – Il terzo suono
10 – Herculaneum
11 – Almost Blue II
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