La trasformazione dei Deaf Havana appare ora completa e “All These Countless Nights” mostra come la band inglese sia ormai la creatura di James Veck-Gilodi, cantante e chitarrista di un gruppo che si è piano piano evoluta in una ottima rock band dal respiro internazionale e con pochi punti in comune con gli esordi più “robusti” e legati al mondo post-core. Il discorso intrapreso con il precedente “Old Souls” viene rielaborato fin dall’opener “Ashes, Ashes”, una introduzione al mood intimo e personale di un album che espone i nervi scoperti del leader della band in modo totalmente aperto e privo di schemi. La forza dei Deaf Havana è quella di riuscire brani all’apparenza semplici e immediati, vedi “Trigger” e “Like a Ghost”, memorizzabili e melodici ma che dopo svariati ascolti regalano molteplici piani di lettura. La complessa personalità di James viene a galla nei testi di “Pretty Low” e della balla “Seattle”, brani intrisi di malinconia e sfumature agrodolci che colpiscono dritti al cuore. Un disco bello e ispirato che regalerà sicuramente nuova consapevolezza dei proprio mezzi alla band inglese.[MS]
All These Countless Nights (So Recorings – 2017)