Approda al traguardo del terzo album il progetto Ghost Atlas, valvola di sfogo di Jesse Cash quando non si dedica al suo progetto principale, gli Erra. “Dust of the Human Shape” è un album senz’altro ispirato e che mette a nudo il lato più intimista e personale di Jesse: l’alternative rock figlio degli anni ’90 risplende nei tanti mid tempo presenti nella tracklist, a partire dai singoli “Panorama Daydream” e “Seeker (Scratch the Night)”, brani ricchi di melodia e di delicate armonie. Piace anche come Jesse riesca a spingere sul pedale dell’acceleratore in calibrati episodi più sostenuti, vedi “Riding The Blindside”, discendenza diretta del post-grunge dei primi anni 2000. “Dust of the Human Shape” riesce nell’intento di risultare un ascolto delicato e mai banale, una pennellata di “normalità” che alle volte è tutto quello che serve per passare una piacevole esperienza sonora.
Dust Of The Human Shape (2024 – UNFD)