Gli Halestorm sono ormai un nome di punta della scena hard rock mondiale e il nuovo album “Vicious” ha dato un importante segnale a chi pensava che i nostri si fossero troppo ammorbiditi con il controverso “Into the Wild Life”. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il più giovane dei fratelli Hale, il batterista Arejay, per parlare del nuovo e fiammante album “Vicious” che riporta la rotta su un robusto e convincente hard rock dopo le sbandate “sperimentali” del precedente lavoro.
Ciao Arejay, “Vicious” è ormai nei negozi ed è stato eletto come disco del mese del nostro numero di Settembre. Quale obiettivo vi eravate posti con la sua uscita?
(Arejay) Ottimo, grazie mille! Allora non è un mistero che “Into the Wild Life” sia stato un esperimento, per me riuscito, di variare il nostro sound cercando di sperimentare al di fuori della nostra confort zone. Le recensioni sono state piuttosto positive e anche i kids ci hanno supportato, però non nascondo che qualcosa non tornava fino in fondo. Non rinnego nulla, è una fotografia precisa degli Halestorm di quel periodo, però noi siamo una entità più sanguigna più rock: se vieni a sentirci dal vivo è un aspetto che non può sfuggirti, siamo degli animali (ride ndA)! Ecco, con “Vicious” abbiamo cercato, e a mio avviso ci siamo riusciti, di trasportare la nostra essenza live su disco.
Il nome è molto evocativo, come mai l’avete scelto?
(Arejay) Si adattava perfettamente al mood dell’album: suona grezzo e molto live oriented. Anche i testi sono molto diretti, Lzzy è sempre stata molto “forte” nei concetti che esprime e in questo album non ha proprio freni.
Che il disco siamo molto più diretto rispetto al precedente lo si può vedere anche nella cover, molto esplicita..
(Arejay) Sì, è un fottuto disco rock a tutto tondo (ride ndA).
Un brano che mi ha molto incuriosito è “Killing Ourselves To Live”? Ce ne puoi parlare?
(Arejay) Sono contento che hai citato questo brano perché è tra i miei preferiti. E’ molto “Halestorm” se mi passi il termine, ha tutti gli elementi distintivi del nostro sound.
Per “Vicious” avete collaborato con il producer Nick Raskulinecz, com’è stato lavorare con una figura così iconica?
(Arejay) In passato abbiamo lavorato con produttori davvero in gamba, dei super professionisti ma molto diversi tra di loro. Lavorare con Howard Benson è stata una rivelazione, un “maestro” per certi versi e una figura che ci ha insegnato davvero tanto per quanto riguarda tanti trucchi del mestiere. Ecco, se penso a un vero professionista penso proprio a Benson. Però a un certo punto abbiamo sentito la necessità di sperimentare, di staccare il cordone ombelicale..
In questo senso immagino possiamo capire anche la scelta di lavorare con Jay Joyce per il controverso “Into the Wild Life”…
(Arejay) Il termine controverso mi piace, vuol dire che non è tutto da buttare (ride ndA). A parte gli scherzi il senso era proprio quello, sperimentare. Jay è molto forte in altri ambiti musicali, non prettamente rock. Il disco tutto sommato mi piace, descrive una fase della nostra carriera che non rinnego anche se la nostra essenza è altrove, più rock. E “Vicious” è proprio un riaffermare questa nostra volontà. E torniamo a Nick, l’uomo giusto per catturare su disco la nostra anima rock che viene fuori soprattutto live. Lavorare con Nick è stato davvero super easy, si è presentato come un grosso fan della band e quindi il tutto è filato liscio fin dal primo giorno. “Vicious” è un disco fottutamente rock, la missione è stata compiuta (ride ndA).
Siete sempre stati molto prodighi nello sfornare cover, se dovessi scegliere la cover definitiva? Quale sceglieresti per riadattarla in stile Halestorm?
(Arejay) Oh questa è difficile, non saprei proprio. Ti direi qualcosa di molto heavy perché mi piace pestare sul mio drum kit, però.. mi piace anche cimentarmi in stili completamente diversi come l’hip hop e l’r&b, non saprei proprio!
Mi sembra di capire che hai gusti molto variegati, con chi ti piacerebbe collaborare? Hai qualche nome “inusuale” nella tua lista dei sogni?
(Arejay) Va bene, ti dirò un segreto: adoro Adele, non so cosa verrebbe fuori da una collaborazione ma sarei davvero contentissimo di suonare per lei. Un altro artista che sono sicuro non ti aspetteresti è Seal, per me è un genio assoluto!
Sì mi hai decisamente sorpreso! Ok, parlami invece di te come musicista: ormai gli Halestorm sono rispettati e un nome di rilievo nel music biz, avete fan in tutto il mondo, cosa ti “stimola” ancora come musicista?
(Arejay) Anche questa è una risposta difficile, devo dirti che voglio costantemente migliorarmi come musicista, voglio sempre imparare. E’ una costante che ho riscontrato nei grandi musicisti, il non sentirsi mai arrivati ed essere sempre umili e aver voglia di rimettersi in gioco. Forse anche per questo quando mi fanno i complimenti per il mio modo di suonare mi sento un po’ a disagio, ho sempre questa voglia costante di alzare l’asticella.
A breve sarete in tour in Italia per una data da headliner a Milano, cosa vi ricordate dei vostri passati show in Italia?
(Arejay) Mi ricordo un bellissimo live di supporto agli Alter Bridge: mi ricordo che stavano filmano il concerto per un dvd e l’atmosfera era elettrizzante. Non eravamo headliner ma probabilmente è il mio ricordo più bello legato agli show italiani. Preparatevi a tanta energia per il nostro live, e se ci becchiamo dopo lo show fatevi vivi per quattro chiacchiere e qualche birra!
WEBSITE
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