HELL SPET tornano con un nuovo album, un concept studiato nei minimi dettagli, che già dal titolo promette di non voler far prigionieri. “Killer Machine” è il quinto album del manipolo bresciano, un’orchesta di folli musicisti che negli anni ha saputo magistralmente creare la propria miscela esplosiva di punk, bluegrass, country, sempre conditi da grande personalità, all’insegna della necessità di fare musica dal forte carattere e dalla voglia di incendiare i palchi con live infuocati e coinvolgenti.
Con questo nuovo capitolo la band alza il volume delle sonorità punk al massimo e include nuovi potenti elementi derivanti dall’anima thrash metal che i sei musicisti hanno sempre fatto scivolare abilmente tra un passaggio di banjo e una sferragliata di contrabbasso, portando nelle ritmiche il tiro dinamitardo di un disco che ha voglia di far saltare il pubblico e allo stesso tempo lasciarlo a terra tramortito.
Non viene però perso il nucleo originale del suono della band, quel country / bluegrass di stampo americano di fattura moderna, mescolato al punk che renderebbe fiero Hank William III.
Il tiro metal punk si sposa perfettamente coi suoni della tradizione made in the USA, consegnandoci un disco che in undici brani sa esaltare le melodie e i riff di qualsiasi estrazione all’interno di un lavoro compatto, omogeneo, ma anche variegato e divertente. Il lavoro in studio è stato affrontato con Giovanni Bottoglia, presso gli studi IndieBox Music Hall di Brescia, il quale ha saputo catturare le diverse anime della band, del disco e soprattutto le intenzioni artistiche coraggiose dei sei bresciani, valorizzando ogni sfumatura, cosa peraltro messa nero su bianco anche visivamente grazie all’artwork a cura di Tijuana Horror Club.
Hell Spet commentano così le scelte sonore messe in gioco da “Killer Machine”:
“Il sound di Killer Machine è decisamente il più aggressivo mai prodotto dalla band, figlio bastardo del sound thrash metal della Bay Area e un certo hardcore punk sempre californiano. La matrice folk per cui siamo riconoscibili rimane comunque presente grazie al mandolino, il 5 string banjo, il contrabbasso e la chitarra acustica. L’ingresso di Cannibal alla batteria è il vero elemento di rottura col passato, unito a una robusta dose di distorsore e cattiveria alla chitarra elettrica.”
Ma è nei testi che la band si spinge oltre, dando alla luce ad un concept album completo e dettagliato. Abbiamo chiesto una spiegazione approfondita, per poterci immergere a pieno in questo lavoro:
” L’anno è il 2xxx. Il pianeta terra ha praticamente esaurito le risorse rinnovabili e buona parte della popolazione dei paesi terzomondisti si è estinta in lunghi mesi di carestie, contagi e guerre civili.
Nel 2xxx scoppia la prima guerra globale del 21esimo secolo, le grandi metropoli vengono annientate, il cielo è oscurato dalle nubi radioattive ed i pochi sopravvissuti si rifugiano in vere e proprie megalopoli, città in cui sopravvivono centinaia di milioni di persone: Gerico, Uruk, Yin Xu, Cartagine, Tucson, Tikal, Boston, e Babilonia.
Con la razza umana nascosta ed a rischio di estinzione le macchine prendono il sopravvento e iniziano una caccia spietata ai sopravvissuti per porli in schiavitù ma la resistenza degli uomini non si fa attendere.
Babilonia, la più grande e fortificata città formicaio del mondo è quartier generale della resistenza globale. La base itinerante delle macchine è invece la Killer Machine, un tank mastodontico alimentato ad energia nucleare composto di acciaio, parti biomeccaniche e quasi l’intero monte Rushmore.
Essa gira per il mondo su cingoli colossali alimentato dalle onde cerebrali di migliaia di prigionieri che muoiono in poche settimane prosciugati dallo sforzo di nutrire la macchina con le loro facoltà psioniche.
La Resistenza però ha riscoperto la forza dell’animismo grazie a un circolo di sciamani provenienti da tutto il mondo e riunitisi in un monastero arroccato sulle vette dell’Himalaya. Il loro voodoo è in grado di resuscitare i morti e costringerli a combattere al fianco degli umani contro le macchine.
Ondate di profughi si spostano incessantemente, i governi non esistono più ed ogni città è indipendente, solo la Resistenza sembra in grado di unire la razza umana verso l’unica possibilità di sopravvivere che ha: distruggere la Killer Machine ed eliminare così il dominio delle macchine.”
La band ha presentato Killer Machine il 5 Gennaio in un concerto partecipatissimo presso la Latteria Molloy di Brescia, ma sta già annunciando le date del tour che porterà questo nuovo lavoro dal vivo in tutta Italia, grazie alla rinnovata collaborazione con l’agenzia Corner Soul. Mentre le date nei club verranno svelate a breve, Hell Spet ha già confermato due partecipazioni importanti, due festival di rilievo:
Sabato 16/05/2020 MAI:ROCK, San Lorenzo, Bolzano
Sabato 11/07/2020 ROCK IM RING, Renon, Bolzano
Killer Machine vi invita a lasciarvi trasportare dal sound di una band genuina e schietta, che vi farà divertire come non mai mentre vi accompagna tra danze sfrenate e raffiche di mitragliatrice nel mondo che hanno creato con questo nuovo fenomenale concept album. Armatevi di coraggio e lasciatevi andare, non c’è nulla da temere, solo voglia di fare casino fino all’alba, qui e ora!
TRACKLIST:
45°32’20’’N 10°13’13’’E
You’ll Fall
Cyborg Genocide
Time To Die
Dirty Life
Right Now
Space Shuttle
Killer Machine
Rising From The Graves
Don’t Look Back
Back From Hell
LINE UP 2020 – BATTLE NAMES
HellFred – Fede Cantaboni – Voce e Chitarra Acustica
Nicco – Niccolò Papini – 5 string Banjo
Symon Rose – Simone Grazioli – Mandolino
Big Wolf – Feddo Guarienti – Chitarra Elettrica
Biscio – Andrea Bresciani – Contrabbasso
Michy Cannibal – Michele Saleri – Batteria
WEBSITE
www.hellspet.com