Notevole cambio di stile per gli australiani Hellions che reduci dal grande successo di critica e pubblico (4° nelle classifiche australiane) di “Opera Oblivia” tornano in pista sempre per UNFD con un disco parecchio spiazzante. “Rue” riprende il verbo crossover della band ma enfatizza molto il lato più melodico e groove, abbandonando certi estremismi sonori e abbracciando un sound molto più funky e danzabile (vedi “X (Mwah)”), scorie hip hop (“Get Up!”) e melodie emo (“Odyssey”). Nel cambio di approccio qualcosa inevitabilmente si è perso per strada, manca infatti quella verve “ruvida” che gli Hellions riuscivano a sprigionare su disco e che replicavano in modo mirabile on stage: questa mutazione, una volta fatto l’ “orecchio”, ci regala comunque episodi interessanti grazie anche alla registrazione impeccabile “performata” ancora una volta presso i Karma Sound Studios in Thailandia. In contrapposizione alle parte strumentale prettamente solare e spensierata troviamo invece testi molto introspettivi e personali, vedi l’intensa “26”, che ci restituiscono uno spaccato della visione della vita di questi giovani australiani (riassumendo in estrema sintesi un viaggio tra la depressione e la ricerca di una positive mental attitude permanente) che si discosta dalla loro immagine a prima vista scanzonata e cazzona. Un disco di parziale rottura con il passato, rischioso e che necessita di più di un passaggio per essere apprezzato.
Rue (2018 – UNFD)