Inutile girarci intorno: l’hype creato in questi ultimi anni verso gli ucraini Jinjer è in gran parte da addebitare alla presenza scenica della bella Tatiana Shmailyuk, frontwoman carismatica e appariscente, dotata di voce potente e versatile (dal growl al melodico) e capace di nascondere le grandi mancanze di fantasia e personalità dei suoi partner in crime. In questo secondo disco intitolato “King of Everything”, licenziato niente meno che per Napalm Records, ritroviamo un po’ di Otep (quindi tra death e numetal con voce femminile), l’alternative metal vicino ai Memphis May Fire, tanto groove e parti strumentali affini ora al djent ora al mondo death. Il risultato, pur plasticoso, non è per niente disdicevole ma il problema con dischi del genere è sempre lo stesso: ascolti un brano e ti sembra ottimo, ascolti il secondo e già ti stai annoiando… Decisamente troppo poco per un ascoltatore smaliziato!
King of Everything – (2016 – Napalm Records)