KALEIDOCITY – Il nuovo concept album progressive di Carlo Peluso

Un concept album nasce spesso dalla realtà e dal vissuto. Attinge da ciò che i sensi percepiscono e ciò che la mente assorbe dall’esperienza di chi lo partorisce. Questo è il caso di KALEIDOCITY, il nuovo concept album del musicista e compositore Carlo Peluso.

KALEIDOCITY - Il nuovo concept album progressive di Carlo Peluso

Il mini-album è nato durante la quarantena, a Marzo 2020 e pubblicato all’inizio della seconda ondata di lockdown, il 7 novembre 2020. Il concept di tutto il disco è la città , descritta da una musica surreale ed eclettica che spazia dal progressive rock, al jazz, alla fusion e al rock classico. L’intero concept si intravede già nell’immagine di copertina. Nell’artwork, opera dall’illustratrice Laura Zoe, si intravedono i tre quartieri (tre come i brani inseriti nel disco): un quartiere generale in alto), un parco (in basso a sinistra) ed un quartiere dedicato al mercato (in basso a destra). La città è completamente deserta, e sembra la visione dall’alto da un grattacielo ancora più alto.

Carlo Peluso ha voluto entrare nel merito del concept nel dettaglio, raccontando pezzo per pezzo cosa si cela dietro (e all’interno) di ogni composizione che lo compone:

“Durante la composizione del disco questa era la mia visione di una Torino (luogo in cui abito) completamente deserta, vista dalla mia camera.” – ha spiegato Carlo Peluso.

I tre brani del disco descrivono ad uno ad uno la peculiarità di questi tre quartieri.

Taxus garden : letteralmente il “giardino dei tassi” è la parte della città posizionata in basso a sinistra in cui si intravede un po di verde. Il “tasso” è un albero identificato come “l’albero della morte” poiché viene utilizzato spesso nei cimiteri e simboleggia l’immortalità. Se si guarda bene si può intuire che gli abitanti di questa città non esistano più o siano appunto deceduti, nonostante la città sembri ancora viva per via dei colori luminosi. Il disco è quasi interamente strumentale proprio perché in questa città non ci sono voci umane (tranne una). Questo pezzo è il più crudo e distorto.

Segue Headquarter : è il pezzo più eclettico del disco, e descrive il quartier generale come un luogo di ricchezza e di affari, il pezzo contiene diverse scene musicali, dalla più gioiosa alla più soft, passando per l’ambient.

In conclusione Tianguis : letteralmente “mercato” in Messicano, descrive invece la parte multi etnica di questa città surreale. Qui ci sono richiami alla fusion anni 70, “fusion” è anche il termine che si usa per il mix di etnie. Una delle quali è rappresentata dalla cantante bulgara Katya Tasheva, che intona a metà del pezzo una struggente ballata folk d’amore intitolata “Ochi, ochi”, con i cori di Matteo Bevilacqua. Queste sono le uniche creature che abitano la città descritta in “Kaleidocity”. L’ultima parte del disco è un omaggio a Giant Steps di John Coltrane, che con la sua armonia descrive a pieno un “caleidoscopio” di sovrapposizioni armoniche ed infinite, i cosiddetti “Coltrane Changes”.”

Kaleidocity è un mini-album strumentale eclettico che mette in mostra le grandi dote compositive e di Carlo Peluso, affiancato in formazione da Giovanni Peluso e Marco Fabricci.

Il concept album è disponibile sulle principali piattaforme digitali al link: https://li.sten.to/TMAg3pa

TRACKLIST:
Carlo Peluso – “Kaleidocity” (2020, Ep)
1) Taxus Garden
2) Headquarter
3) Tianguis

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