Chi avrebbe pronosticato anni fa che i Neck Deep sarebbero diventati fra i nomi di punta del pop-punk europeo? In pochi scommettiamo, anche se sin dagli esordi i ragazzi gallessi avevano dimostrato di avere la così detta marcia in più. Ce li ricordiamo sbarazzini con il debutto “Wishful Thinking” e li ritroviamo ora, fast forward, uomini fatti e finiti ma sempre con la voglia di divertire e divertirsi. Il pop-punk proposto è virtualmente perfetto: più levigato (nel senso di curato, smussato dalle asperità e rifinito negli arrangiamenti) rispetto ai ruspanti primi passi, decisamente “quadrato” nel proporre soluzioni di facile presa presso chi ascolta questo tipo di sonorità e il tutto condito da indubbie capacità compositive. Di scossoni quindi, nella rodata formula “Neck Deep”, non ce ne sono, e nemmeno l’ingresso dell’ex turnista Matt Powles alla batteria cambia il canovaccio di un sempre energetico e piacevole punk melodico. Forse i gallesi sono andati sul sicuro, ma il risultato è senz’altro piacevole e pienamente aderente alle aspettative.
Neck Deep (2024 – Hopeless Records)