Abbiamo fatto quattro chiacchere con Alessio Neroargento, tra gli artisti più prolifici e ispirati dell’ambiente electro-rock italiano. Con un nuovo album ormai prossimo alla pubblicazione giunge il momento di tirare le somme su quanto fatto finora e su cosa attendersi dal suo imminente futuro.
Ciao Alessio, benvenuto sulle pagine di Suffer Mag. Come vanno le cose e che cosa bolle in pentola per questa estate
Ciao a tutti. Cosa bolle in pentola? Dunque, per quanto riguarda il lato musicale sto lavorando sulla release worldwide del nuovo disco e mi sto concentrando su alcune nuove grandi collaborazioni e produzioni, mentre sul lato moda si concretizzeranno alcuni grandi progetti sui quali da tempo sto lavorando… Insomma cerco di non farmi mancare nulla!
Tu sei da sempre un’artista dalla mente aperta, dando spesso e volentieri libero sfogo a ogni forma musicale (e non), passando dal metal a sonorità dark, electro, rock… Parlando del progetto NeroArgento, non pensi che il fatto di aver sempre optato per la sperimentazione abbia in qualche modo “confuso” pubblico e media su ciò che è veramente questo progetto?
Sicuramente lo “sperimentare” di continuo e/o non avere mai punti fermi per quanto riguarda il genere è una scelta sempre molto difficile, la salita più ripida che può esistere. Allo stesso tempo però la ricerca di quel “qualcosa di nuovo” per me è sempre stato un grande obiettivo: fare qualcosa che ancora non esiste. Nonostante nei miei primi lavori forse questa caratteristica non è venuta a galla, l’esperienza mi ha portato a quest’ultimo lavoro, che davvero racchiude tutto quello che sono io, con le mie contraddizioni e il mio carattere. Confermo che tutto ciò negli anni possa aver confuso il pubblico e soprattutto i media su quello che davvero sono, penalizzandomi alcune volte, ma regalandomi allo stesso tempo grandi soddisfazioni. Spero che con questo capitolo finalmente emerga una volta per tutte il vero NeroArgento.
Ora stai per tornare con un nuovo lavoro, intitolato “One Against All”, dove in copertina troviamo un lupo inferocito. Rabbia e voglia di “attaccare” sono le basi emotive di questo lavoro?
Esatto, il lupo incazzato non si trova li a caso. In tutto questo c’è rabbia, voglia di spaccare, voglia di farcela da solo, dimostrare davvero cosa è in grado di proporre NeroArgento, come persona e come musicista.
Uno contro tutti. Un titolo di grande impatto, che credo abbia riferimenti precisi su qualcosa di personale, o mi sbaglio? Come bisogna interpretare questo titolo?
Sono da sempre una persona molto impulsiva, dal carattere piuttosto “esuberante”. La voglia di dimostrare da solo tutto quello che è il mondo che mi sono costruito attorno, come dicevo prima, ha di conseguenza influenzato tutto il disco. Non ho più voglia di circondarmi di persone inutili, che non siano davvero affidabili, o peggio ancora opportuniste, crudeli. Persone che alla fine ognuno di noi nella vita ha incontrato almeno una volta, i buoni rimangono sempre fottuti, è dannatamente vero. Bene, io ho raggruppato una serie infinita di emozioni e le ho mescolate da solo con tutto quello che mi frullava nella mente. Elettronica, rock, blues e via dicendo, con un solo obiettivo: questo è il mio turno e me lo giocherò bene, da solo contro tutti.
Hai chiuso un capitolo importante della tua carriera come NeroArgento separandoti da Coroner Records, una label decisamente metal oriented e che sinceramente ho sempre trovato “out of target” nel tuo caso. Il fatto di voler andare oltre è dovuto proprio a questa considerazione o c’è altro?
Sicuramente, sono attualmente l’artista meno “metal oriented” del roster di Coroner Records e questa mia nuova avventura discografica mi avrebbe portato ulteriormente al confine, ho scelto un altro percorso che ha portato inevitabilmente a separarci. A loro devo tanto di quello che sono, mi ha permesso di “iniziare” il percorso di NeroArgento e ne sarò per sempre grato, nonché sarò sempre legato ai fratelli Mike ed Ettore.
Come vorresti fosse recepito il messaggio artistico e comunicativo di NeroArgento oggigiorno?
Ho lavorato molto sulle mie sonorità, ma anche sull’aspetto artistico di tutto il progetto. Sul messaggio di un’artista che sperimenta e incrocia nuovi generi sul campo con gli strumenti presi in mano davvero e che mette tutto se stesso in quello che fa senza legarsi a mode, luoghi comuni e via dicendo, non può essere oggetto né di previsioni ne di considerazioni..oggi meno che ieri… Ecco perché l’unica risposta possibile è “staremo a vedere”.
Una cosa curiosa è il fatto che il disco in Asia è già disponibile. Ci spieghi quindi tutto su questo disco? Come e quando è nato ad esempio…
Sì! In Giappone è uscito il 13 gennaio per Go With Me, ovviamente esclusivamente per il mercato locale, mentre sto lavorando sulla release worldwide che ancora dovrà avvenire. Ho iniziato a registrare i primi riff nella primavera 2015, determinato e stra-concentrato, con più di tre giga di audio sul cellulare registrati a caso in auto, al cesso, in palestra e addirittura una volta in una discoteca. E’ stato un processo abbastanza veloce, poiché quando ho un’idea valida essa fa di conseguenza da traino per tutto quello che arriverà più tardi: quando azzecco un brano, l’energia è così forte da farmi creare un disco intero che mi soddisfa dannatamente. Reduce da un buon successo negli anni passati con molti progetti in Giappone, la giovane Go With Me mi contattò chiedendomi se fossi in possesso di materiale nuovo, poiché fortemente interessata a NeroArgento. Io ricordo di avergli mandato ancora dei demo, fatti anche piuttosto male. La risposta arrivò in un giorno, super affermativa. Mi son detto “Si torna in Giappone”, sorridendo, e così è poi stato.
Di te ho sempre apprezzato soprattutto il lato “electro” che in questo disco suona forte e chiaro. Hai finalmente trovato una linea definitiva da adottare quando hai a che fare con Neroargento? Cosa ti ha spinto a credere fortemente in questo tuo lato “commerciale”?
La melodia ha sempre fatto parte dei miei brani. Ho sempre adorato i pezzi con giri di accordi ben “chiusi” e completi, assieme a melodie vocali che “aprono” e tendono sempre all’epico. La scelta è stata piuttosto naturale, non ho mai avuto intenzione di seguire le mode o essere il clone di qualcuno, ma in un momento in cui l’elettronica è un genere dannatamente forte e di conseguenza ne veniamo bombardati su tutti i fronti, è ovvio che la chiave di lettura e di scrittura dei brani pende di più da quella parte, e sono molto contento di ciò, anche perché l’elettronica è sempre stata una parte di me da ascoltatore e da musicista.
Qual è l’ascoltatore tipo di NeroArgento? Sinceramente fatico a vedere dark e metallari alle prese con il tuo ultimo lavoro, sei d’accordo?
Assolutamente sì, vero. Tuttavia sono molto favorevole all’apertura mentale della gente negli ultimi anni, abbandonando gli estremismi che ho sempre trovato piuttosto stupidi. Con questo ultimo disco l’ascoltatore sarà un’altra persona sicuramente, ma non escludo piacevoli sorprese per la questione che ti ho appena esposto.
Quali sono gli artisti di riferimento di NeroArgento oggigiorno?
In questa nuova avventura non posso non citarti i The Prodigy, Bloody Beetroots, Die Antwoord ed Excision..
Dal punto di vista live, cosa dobbiamo aspettarci in questo 2016?
Molto. Quest’estate sarò molto attivo su alcuni ottimi palchi Italiani, più qualche sorpresa ancora da svelare.
So che sei al lavoro anche in altri progetti, ce ne vuoi parlare?
Molto volentieri. Se dal lato NeroArgento mi sono “elettronicizzato” parecchio, la mia band industrial The Silverblack continua a picchiare duro. In arrivo un nuovo video da “The Grand Turmoil” e successivamente un nuovo disco, di cui vado particolarmente fiero sia come produzione che come composizione. Da tenere d’occhio altri progetti sui quali sto lavorando in questo periodo: i The Dark e gli ZAON.
Quanto ti va stretta l’Italia?
Per questioni di genere ho sempre fatto molta fatica in Italia, spero con questo capitolo di poterla frequentare musicalmente di più. Sicuramente quest’estate per i live sarà calda, quindi mai lamentarsi, non fa parte di me.
Cosa stai ascoltando in questo periodo?
Sono tornato totalmente agli anni ‘80, ne vado matto. Sono forse le sonorità a me più vicine da sempre, e dopo la meravigliosa “True survivor” di David Hasselhoff, mi si è riaperto un mondo.
Presumibilmente il disco verrà pubblicato nella seconda parte del 2016, come occuperai il tempo sino ad allora?
Esatto. Beh, semplicemente live, girerò due videoclip e sarò molto attivo sul fronte moda.
A te la chiusura!
Grazie di cuore per avermi ospitato, è stato un piacere fare quattro chiacchiere con voi, un abbraccio Morandesco allo staff e a tutti i lettori!