Basta con sto mito all’italiana “Agosto paese mio non ti conosco”. Il resto del mondo si muove, lavora, produce… Tranne noi. Bene, dando per certo che in questo momento ci starete mandando a quel paese (non quello citato sopra, sia chiaro) eccovi qualche nuova uscita di questa settimana da tenere d’occhio!
The Rumjacks “Sleepin’Rough” (Four || Four)
Australiani dal cuore irish. I Rumjacks sono la classica band “gipsy”, in tour un giorno sì e l’altro pure (se non vi è chiaro sono in Europa da aprile con un tour di oltre tre mesi…). Fortunatamente tra un palco e l’altro hanno trovato il tempo necessario a mettere in piedi un nuovo album, intitolato “Sleepin’Rough” decisamente accattivante. Non pensate a loro come la classica irish band vecchia scuola perché nel loro sangue scorre forte il rock così come lo street-punk e il folk. Insomma una band che ha come compito principale il far cantare e divertire i propri fan, cosa chiedere di meglio?!
Brano consigliato: “A Fistful O’Roses”
My Iron Lung “Learn To Leave” (Pure Noise Records)
Passati in Italia lo scorso anno coi Bane, i My Iron Lung sono la classica band alquanto difficile da catalogare. Ma se proprio volessimo dare una quadratura al loro nuovo “Learn To Leave” lo si potrebbe definire post-rock. All’interno dei loro brani trovano spazio elementi tipici del post-hardcore, un buon gusto in fatto di melodie rock oriented e quel mood selvaggio tanto caro alla scena noise. Insomma elementi che potrebbero destabilizzare ma che invece nel nostro caso piacciono parecchio!
Brano consigliato: “The Same House”
The Brave “Epoch” (UNFD)
Continua l’ottimo lavoro di scouting da parte della label australiana UNFD, che in questo caso ci fa scoprire i The Brave da Brisbane e il loro esordio “Epoch”. Il loro è un alternative rock che trae ispirazione da quanto fatto di recente da The Word Alive e Deftones, suoni possenti heavy-oriented che vanno ad abbracciare linee melodiche di grande impatto. Molto interessante il concept, legato alla vita del frontman Nathan Toussaint, tra malessere e voglia di rivalsa.
Brano consigliato: “Dreamless”
Moose Blood “Blush” (Hopeless Records)
Il classico nome hype. Senza un motivo logico apparente, i Moose Blood sono tra le band più chiaccherate dell’estate 2016 e con l’uscita di “Blush” – statene certi – il tormentone continuerà ancora per parecchio. Un album molto emo-zionante, dove il rock sembra essere di casa e dove il cantato ha – come da tradizione – un ruolo fondamentale. A tutto questo aggiungeteci tonalità rosa soft e grafiche minimal al seguito, elementi che faranno breccia nel cuore di ogni hipster alternativo che si rispetti.
Brano consigliato: “Honey”
Carnifex “Slow Death” (Nuclear Blast)
Tra i pesi massimi della scena deathcore, i Carnifex sono come il vostro cane, non vi tradiranno mai. Nulla di nuovo all’orizzonte sia ben chiaro, ma premendo il tasto play e dando il via a “Slow Death” si tornerà dritti al 2000, con riff tritaossa e quel growl animalesco che fa di loro dei king della scena. Corna al cielo e lobi dilatati, come vuole la tradizione deathcore!
Brano consigliato: “Drown Me In Blood”
Storm The Sky “Sin Will Find You” (UNFD)
Rimaniamo sempre dall’altra parte del Globo parlando questa volta degli Storm The Sky e del loro nuovo lavoro “Sin Will Find You”. Un disco che porta la band su livelli compositivi mai raggiunti prima, facendogli abbandonare quasi del tutto l’impronta “core” del passato a favore di un sound decisamente più rock e intimista. I testi sono forse il lato più delicato dell’intero lavoro, affrontando tematiche non sempre facili da trattare come droga, sessualità e interazione.
Brano consigliato: “Lilac”
Russian Circles “Guidance” (Sargent House)
Se il post-rock d’autore è il vostro credo i Russian Circles potrebbero essere la vostra certezza. Ogni loro uscita è un inno al genere stesso, qualcosa che diventa ben presto un must per ogni loro fan. E “Guidance” ha tutte le carte in regola per diventarlo, gelido, rabbioso e talmente complesso in ogni sua parte da sembrare qualcosa destinato a un pubblico d’elité.
Brano consigliato: “Vorel”