La morte di Tony Sly, nel 2012, rimane una delle perdite più grandi nella musica degli ultimi anni. Dei No Use For A Name ci è rimasta in eredità una bellissima discografia, di cui, l’ultimo lavoro, “The Feel Good Record of The Year”, targato 2008, e ci aveva dimostrato che la band continuava ad essere in continua crescita. Questa estate la Fat Wreck Chords ha deciso di venirci incontro pubblicando una raccolta di cover fatte dalla band, visto che non potremo più avere nuova musica. Trasformare canzoni pop in punk rock è praticamente una delle doti fondamentali di chi fa punk. Se hai una band e non fai una cover in chiave punk rock, allora c’è sicuramente qualcosa di sbagliato. Questa raccolta di cover dei No Use For A Name è interessante. Molte di queste cover sono già di nostra conoscenza, perché in passato erano finite in diverse compilation; nella tracklist infatti appaiono in bella vista le classiche “Turning Japanese”, “Fairytale of New York”, “Enjoy The Silence”, “Hybryd Moments”. Ma ascoltando il disco ce ne sono anche altre di cui non ero a conoscenza e che hanno davvero attirato la mia attenzione. Su tutte, la cover di “I’ve Heard” dei Dag Nasty e quella di “Dream Police” dei Cheap Trick. E’ facile fare cover, è più difficile che queste cover però funzionino, ma una delle doti principali di Tony Sly, era quella di riuscire a rendere propria qualsiasi canzone, catturandone l’emozione e il significato grazie alla sua voce, e anche in questa raccolta di cover è andata esattamente così. Oltre alla voce, è importante non dimenticare gli arrangiamenti musicali, perché i No Use For A Name, in questo, erano una macchina da guerra. Questo disco si chiama “Rarities Vol. 1”, quindi attendiamo con trepidazione anche i prossimi volumi. (E.Susini / Voto:7,5)
Rarities Vol. 1: The Covers (2017 – Fat Wreck Records)