Ciò che accompagna tutto l’album è il sottofondo di una melodia dolce, quasi in totale contrasto con la malinconia di cui è intriso ogni singolo brano. Higher Hopes, singolo dell’album omonimo, ci introduce nel mondo degli Ourlives. Testo più spontaneo non esiste, scritto prendendo ispirazione dal singolare sole di mezzanotte islandese (così raccontano i componenti della band), ci porta a cuor leggero là dove la vita ci conduce “where everything’s just fine”. Per chi ama l’alternative e l’indie-rock questi ragazzi sono perfetti. Un ottimo mix di concetti e influssi dei paesi del Nord Europa e degli USA, conditi con un pizzico di malinconia e poesia nel cuore della loro musica. Con Higher Hopes ci fanno partecipi di come vedremmo il mondo attraverso i loro occhi, e come la realtà si riveli perennemente in chiassoso contrasto. Brani dai sound pacati che hanno testi dai concetti forti, dagli animi profondi, leggermente enigmatici. La loro è una visione negativa di ciò che ci circonda cantata spensieratamente, come detto prima, a cuor leggero. Il pianoforte ci sorprende in Perfect Match, ma la regina di Higher Hopes resta sempre la chitarra. L’album cresce man mano che si ascoltano le tracce. Al termine di tutto la leggerezza della musica scompare, ciò che rimane è la perenne inquietudine degli Ourlives che si rivela in tutta la sua maestosità in Whisper and Wait. L’ultimo brano è dove traspare tutta la forza di questo album. 8/10 [SC]
Higher Hopes (2016 – Spartan Records)