I Phantorama sono dei gran cantastorie, artisti con la A maiuscola, capaci di essere taglienti più di un’affilata lama, ironici quanto i migliori comici e persino rock pur non avendo nemmeno uno stralcio di chitarrista in formazione. Sì, avete capito bene, questa strana formazione a tre vede la presenza di batteria, basso, tastiere e synth, in scenari emotivi altalenanti che vanno dall’euforico all’ostile. Ogni canzone è una storia a sé, affascinante, creata come un abito su misura. Storie fantasiose, a tratti “paranormali”, passando da situazioni glaciali ad altre dove irruenza è la parola d’ordine. Sono dei grandi musicisti, bisogna ammetterlo: riuscire a creare un sound così potente e “rock” pur non utilizzando distorsori è merce rara e questo credo sia il loro più grande merito. Se strumenti innocui come quelli sopra citati riescono a essere dannatamente coinvolgenti qualcosa vorrà pur dire no?! I Phantorama sono i figli bastardi di quell’universo cantautorale che col passare degli anni non è stato in grado di avere un adeguato ricambio generazionale, ma potrebbero essere persino le versioni più moderne e ispirate dei vari Caparezza (per le incredibili qualità di narratori) e Capossela (quest’ultimo nella capacità di trasportare l’ascoltatore verso uno scenario preciso). I Phantorama sono una band capace di unire rockers, metallari, musicisti esigenti e persino hipsters. Insomma, dategli una chance, questo è uno degli esordi più sconvolgenti ascoltati sinora. [EP]
Phantorama (Ikebana Records – 2015)