Al solo annuncio dell’uscita di “Villains”, settimo album in studio dei QOTSA, si sentiva già l’eco dei “dopo ‘Song for the Deaf'” sono finiti (per il versante più radicali torniamo indietro a “Rated R”) ecc.. Dato per assodato che di stoner nei Queens Of The Stone Age ci sia ormai ben poco, e del resto Josh Homme non ha mai fatto mistero di volersi allontanare dal genere che ha contribuito a creare con i Kyuss, possiamo concentrarci su questo “Villains”, curiosamente prodotto dal guru del pop Mark Ronson e dall’anima diametralmente opposta a “…Like Clockwork”: se il precedente lavoro giocava con atmosfere oscure, quasi crepuscolari, “Villains” al contrario appare più libero e leggero, spostando l’attenzione su una sezione ritmica più danzante che mai (il singolo “The Way You Used to Do” la dice lunga in tal senso giocando con l’estetica dei Franz Ferdinand in versione robot rock) e sull’indole rutilante e gigionesca di J.Homme, “Domesticated Animals” in tal senso l’episodio migliore dell’album. La più immediata e diretta “Head Like a Haunted House” riporta il tutto su binari prettamente rock ma l’anima di questo disco si fonde su brani che crescono ascolto dopo ascolto come la viziosa “The Evil Has Landed”. Se vogliamo trovare delle similitudini con i precedenti dischi sembra che “Villains” riprenda in meglio alcune idee del bistratto “Era Vulgaris”, focalizzando e mettendone a fuoco gli episodi migliori. L’ego enorme di Josh Homme traspare in ogni singolo solco di questa nuova avventura sonora targata QOTSA, decretando “Villains” come il classico disco da prendere o lasciare. (Voto 7/10)
Villains (2017 – Matador Records)