RISE OF THE NORTHSTAR / DAMN CITY / LIFERS
Versus Music Agency
Un concerto dei Rise Of The Northstar non genera “hype” e la cosa credetemi, non è affatto un male. Chi va a vederli conosce la band, la sua proposta, evita (nel limite del possibile) di fare un numero smodato di selfie dal palco/banchetto merch/pit e soprattutto è il tipico ascoltatore che ama il metalcore più “ignorante”. Insomma i presupposti per il loro ritorno in Lombardia erano più che interessanti, specie se si pensa che il combo franco/giapponese d’adozione si è trovato a esibirsi in un posticino tutt’altro che soft quale Rozzano.
Insomma, pronti via ed eccoci di fronte ai Lifers [7] (purtroppo ci siamo persi il gruppo d’apertura, anch’essi Lifers ma dal Belgio), hardcore crew di Vigevano che nel poco tempo a sua disposizione ha dato prova di essere un’ottima band, grintosa e capace di tenere il palco con grande sicurezza e stile. Il loro modo di intendere la parola hardcore è quella più tradizionale e vera, ponendo al centro del loro mondo il comunicare col proprio pubblico su temi quale fratellanza e scena. Subito dopo di loro ecco i bolognesi Damn City [7] e il loro posi-hardcore che riesce a scaldare sin dalle prime fasi il pit. Devoto alla new-school il gruppo si muove con facilità tra scenari hardcore e hip-hop, dando il meglio di sé soprattutto quando vengono chiamati in causa i brani del loro recente lavoro “Pariah”.
A concludere degnamente una serata fin qui hot ecco i Rise Of The Northstar [7.5], ovviamente super acclamati dal pubblico presente. Che dire di loro?! Che sicuramente vederli all’opera su un palco dalle dimensione contenute li rende molto più efficaci rispetto a quando si trovano a dover calcare i big stage, riuscendo a concentrare la loro furia sonora e visiva in pochi metri. La scelta – seppur condivisibile ai fini promozionali – di dare maggior spazio all’ultimo lavoro “Welcame” non ha avuto forse l’effetto sperato, alternando picchi di esaltazione tra i presenti ogni qualvolta venivano proposte le vecchie hit (tratte da “Demonstrating My Saiya Style”) e altri momenti più “svogliati” quando partivano i nuovi brani. L’impatto e l’ignoranza della crew francese non ha eguali, sa come scatenare il proprio pubblico nonostante non abbia dalla sua una grande tecnica strumentale e idee innovative. Ma come dicevamo in apertura chi ascolta questo genere è solito amare questo tipo di proposte quindi ancora una volta, missione compiuta Rise Of The Northstar!