Approcciarsi a “Big Tings” aspettandosi la solita energetica scarica di “reggae metal” potrebbe portare l’ascoltatore ad una cocente delusione perché il combo gallese ha intrapreso una strada ben più lineare e rock. Rispetto a “Volume”, dove già le atmosfere “rude” erano state assottigliate, la band di Benji Webbe si getta anima e corpo nel cercare di modellare la perfetta rock song, in verità riuscendoci in più di un episodio, perdendo però in originalità e impatto. “Machine”, “All This Time” e la ridondante “Tell Me” diventeranno senz’altro presenze fisse nelle future set list della band, dei perfetti esempio di rock anthem facili da memorizzare e perfettamente in grado di reggere la prova del tempo. Però, ed è un grosso però, “Big Tings” sembra un disco tanto divertente quanto effimero, capace di rallegrarci per qualche ascolto e niente più. In questo senso è superflua anche la versione riarrangiata di “Saying It Now” (presente nel precedente “Volume”), in chiave finto sinfonica. Un sei più che meritato ma a dirla tutta, i vecchi Skindred ci mancano già! Voto 6/10
Big Tings (2018 – Napalm Records)