
A due anni dal precedente “The Shape of Everything” (e dopo la pubblicazione di Ep di cover dei Depeche Mode) arriva finalmente alle nostre orecchie il terzo album dei SOM, “Let The Light In”. I SOM vivono di contrasti, in un perfetto connubio tra soluzioni post-rock eteree e melodie malinconico quasi di stampo grunge (ma che a volte ricordano anche i Deftones), ed esplosioni controllate con chitarre avvolgenti e graffianti ed un drumming ben cadenzato. La descrizione “Doom pop” data dalla stampa americana probabilmente è fuorviante, ma descrive in modo efficace la doppia natura della band che possiamo avvicinare ad un affascinante incrocio tra Nothing degli esordi, Katatonia ultima maniera e appunto Deftones. Il risultato non è la somma delle parti ma un interessante affresco che raggiunge vette davvero alte come in “Give Blood“, primo e fragoroso singolo, o “Chemicals”, dallo spettro sonoro variegato e delicato. Affascinante è il termine ricorrente di un ascolto che si impreziosisce di dettagli ad ogni passaggio.
Let The Light In (2025 – Pelagic Records)