Possiamo candidamente ammettere che in tutti questi anni Max Cavalera ha goduto di un credito infinito inversamente proporzionale ai suoi ex amici Sepultura: se i secondi sono stati spesso sbeffeggiati pur avendo portato avanti con coerenza un solido e onesto percorso artistico il buon Max è riuscito invece a capitalizzare al massimo il suo carisma e l’influenza mediatica per “mascherare” abilmente album francamente mediocri. Fatto questo doveroso preambolo possiamo salutare con discreto entusiasmo la pubblicazione del nuovo album “Ritual”, convincente episodio di metal a tutto tondo che riprende i tribalismi degli ultimi Sepultura/primi Soulfy (la titletrack è l’esempio lampante) ma riprendendo anche l’immaginario thrash e death degli scorsi decenni (“The Summoning” e la slayeriana “Demonized”) con un tocco moderno (“Dead Behind The Eyes” con ospite Randy Blythe Lamb Of God). Il risultato è francamente convincente grazie anche al lavoro alla chitarra del sempre preciso e fantasioso Mark Rizzo che si mette al servizio della particolare visione metal-tribale del più vecchio dei fratelli Cavalera. Chicca dell’album una “Feeback!” che sembra uscita dalla penna dei Motorhead più rozzi e incivili. “Ritual” non fa gridare al miracolo ma ci fa riprendere in mano la “pratica” Soulfly con rinnovato entusiasmo e interesse.
Ritual (2018 – Nuclear Blast)