Serata calda in quel di Milano, di nuovo protagonista il Circolo Magnolia, vero e proprio punto di riferimento della scena alternativa Italiana. Hellfire, This Is Core e Truck Me Hard organizzano uno dei Main event in ambito metal dell’estate. 2 Palchi, locale colmo, tutti i presupposti per una serata super.
Iniziano le danze, sul palco piccolo i Bulletproof (7) band italo slovacca con un disco uscito nel 2015, De- Generation, che ha raccolto un sacco di consensi nel settore. Thrash metal senza troppi compromessi, assoli iper tecnici e una sezione ritmica incalzante. Personalmente non ho apprezzato molto la struttura dei pezzi, un po’ troppo già sentita, ma gli spazi per i miglioramenti ci sono tutti. Da tenere d’occhio soprattutto per gli appassionati del genere per i prossimi anni.
Terminata la loro performance è tempo per i Methredras (7,5)di salire sul palco, band di spicco nella scena thrash italiana e sulla cresta da 20 anni. La band sa il fatto suo e si vede anche dalla reazione della folla accorsa che, da sotto il palco, fa capire e sentire ai 4 tutto il loro calore. Personalità e un cantante di tutto rispetto che tiene il palco con una facilità davvero impeccabile. I Methedras non inventano nulla di nuovo per carità, ma la prestazione è davvero buona.
Sono circa le 21:30 quando i Testament (9) salgono sul palco ed è subito un boato. Tutti le circa 900 persone pervenute impazziscono letteralmente quando il gigante Chuck Billy appare sul palco in tutta la sua mole. La band di San Francisco zittisce subito tutti partendo con Over The Wall, pezzo storico tratto dal capolavoro e manifesto della Band, The Legacy. Da li è tutto un fremito della folla che accoglie ogni singolo assolo, e riempie ogni momento di silenzio con urla di approvazione. Crowd Surfing a non finire, e un’ora e mezza di mazzate sulle orecchie. La band, nonostante età e un viaggio attraverso l’Italia (altre due date tour a Roma e Pisa), è in splendida forma e la resa è, a dir poco, impressionante.
Hoglan alla batteria è decisamente uno spettacolo, mentre Skolnick e Peterson alle chitarre duettano continuamente con una semplicità incredibile. La scaletta mette d’accordo un po’ tutto soprattutto quando i thrasher della Bay Area sbattono in faccia a tutti pezzi storici come The Haunting, The New Order, the Preacher e Alone In The Dark (in cui il pubblico partecipa più che attivamente al coro). Piccola pausa e poi la botta finale di Native Blood per rendere omaggio alle origini del gigante predicatore Chuck Billy. Serata decisamente positiva sia per livello delle band che per partecipazione che per organizzazione. Avanti tutta! [MF]