Dopo la prima anticipazione con ‘jamcod‘ – ampiamente accolta dai più importanti media musicali – The Jesus and Mary Chain pubblicano ‘ChemicalAnimal‘, il nuovo singolo che, tra atmosfere cupe e dark e liriche claustrofobiche, guarda ai fantasmi del passato.
“Our work on our autobiography definitely bled into our work on the album. ‘jamcod’, the first single from the album, was about that night in 1998 in the House of Blues when the band broke up. ‘Chemical Animal’ is different but related. I was thinking back to those dark days of chemical dependency. When you fall so deep into that hole that everything you do is by instinct. The drugs are the driving force. The thing that gets you from a to b is whether you can score. It was a horrible way to live and I’m thankful I don’t live that way any more. One effect is that it made me aware of how our brains, who we are, how we feel, and what we do, depend on our neural chemistry, a chemistry beyond our control. It’s a biological curse we can’t escape.” afferma Jim Reid.
40 anni dopo il loro primo singolo, The Jesus And Mary Chain annunciano il loro ritorno con ‘Glasgow Eyes‘, il disco in arrivo l’8 marzo su etichetta Fuzz Club – Cooking Vinyl. I due fratelli Jim e William Reid festeggeranno ulteriormente il loro 40esimo anno di attività nel 2024 con un’autobiografia (pubblicata da Orion/White Rabbit) ed un importante tour nel Regno Unito ed in Europa, che li porterà anche in Italia per un atteso appuntamento il 17 aprile a Milano, Alcatraz.
‘Glasgow Eyes’ è stato registrato presso lo studio dei Mogwai, Castle of Doom, a Glasgow, dove Jim e William si sono già trovati per il precedente album, ‘Damage and Joy’ (2017), che è diventato il loro album più alto nelle classifiche degli ultimi vent’anni. Ciò che ne è emerso è un disco che vede uno dei gruppi più influenti del Regno Unito abbracciare un secondo capito produttivo, dove il loro vortice di melodie e caos ora suonano in un formato più udibile, ammorbidito dal loro amore per Suicide e Kraftwerk e da un nuovo apprezzamento verso il jazz.
“Non aspettatevi che i Mary Chain diventino jazz” sottolinea Jim Reid. “La gente dovrebbe aspettarsi un disco dei Jesus and Mary Chain e questo è certamente ciò che è Glasgow Eyes. Il nostro approccio creativo è lo stesso di quello del 1984, basta venire in studio e vedere cosa succede. Siamo entrati con molte canzoni ed abbiamo lasciato che facessero il loro corso. Non ci sono regole, è una sorta di telepatia, siamo quegli strani gemelli che finiscono le frasi a vicenda“.
Una carriera segnata da una musica intensa, a tratti oscura, ma al tempo stessa romantica nella quale il passato, il presente ed il futuro hanno sempre trovato grande affermazione. La loro musica è un contenitore in cui il tempo si fonde in un’alchimia sorprendente, lasciando sempre grando spazio alla sperimentazione.
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