Senza nemmeno farlo di proposito, ci siamo ritrovati proprio durante la “fatidica” settimana sanremese a recensire gli Uragano, band appunto di Sanremo che potete immaginare non ha praticamente nulla a che spartire con il famigerato festival canoro. Dopo una bella serie di uscite su formati fisici tra i più disparati (cd 3″, floppy ecc..) gli Uragano si approcciano ad un disco full length dalle sonorità post-hc e scremo e non solo. Gli Uragano hanno un approccio alla materia “core” molto aperta e progressiva (come si diceva un tempo? The Shape of Punk to Come!), senza negarsi una sana dose di sperimentazione (synth, ritmiche dissennate, un certo retrogusto noir) e con l’indubbio tocco italico, non solo per le “urla” e le parti parlate in italiano. Death Of Anna Karina, certi Face The Fact (giù il cappello ripensando al capolavoro “Romeo And Juliet Are Not Dead”) e La Quiete sono di certo dei punti di riferimento per gli Uragano, un punto di partenza e non certo di arrivo. “Djent” (suddivisa in due parti) e “No Hype” (“Non siamo come quella band dei tuoi amici del cazzo in copertina”) con un saliscendi emozionale davvero notevole, mostrano bene come gli Uragano siano una band da tenere sott’occhio e da sparare a tutto volume, soprattutto in queste giornate festivaliere.
LP1 (2024 – DIY Conspiracy)