“Rewind, Replay, Rebound” arriva alle nostre orecchie in questa calda estate e i Volbeat ci regalano l’ennesimo ottimo episodio del loro personalissimo approccio alla materia hard rock(abilly). I danesi ormai non hanno nulla da dimostrare e sono riusciti anno dopo anno, uscita dopo uscita, a fare breccia anche nel cuore dei fan italiani dopo aver conquistato le chart di mezza Europa (soprattutto tedesche). “Rewind, Replay, Rebound” si mostra in tutta la sua bellezza mixando l’ormai classico sound rock con forti rimandi alla scena roackbilly americana (la voce, le tematiche dei testi, le ritmiche scatenate) ad episodi più classici e rock come l’iniziale “Last Day Of Summer” quasi in odore di Gaslight Anthem per le sue atmosfere malinconiche e urbane. La seguente “Pelvis On Fire” non tradisce il suo titolo tornando subito alle sonorità danzabili e a conti fatti si batte come brano migliore del lotto insieme a “Sorry Sack Of Bones” e “Cloud 9”. Da menzionare anche “Cheapside Sloggers” con ospitata preziosa di Gary Holt degli Exodus e un suo scatenato solo alla chitarra che si inserisce perfettamente nel mood della canzone e una curiosa ma indovinatissima partecipazione di Neil Fallon in “Die To Live” dove il buon cantante dei Clutch si lancia in una scatenata interpretazione su registri canori davvero inusuali per il suo stile: due featuring prestigioso e tutt’altro che fini a se stessi. Ottimo ritorno quindi per i Volbeat ormai una garanzia sia in sede live che su disco.
Rewind, Replay, Rebound (2019 – Vertigo)